Roma, dopo i dissuasori resta l'emergenza guano: danni per 300mila euro

Roma, dopo i dissuasori resta l'emergenza guano: danni per 300mila euro
di Alessia Marani
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Mercoledì 23 Dicembre 2015, 14:59 - Ultimo aggiornamento: 15:19

IL CASO
«Il grave ritardo con cui è partita la campagna di allontamento degli storni sta creando notevoli problemi nella Capitale non solo dal punto di vista del decoro e della sicurezza, ma anche sotto il profilo dell'agricoltura con gravi danni alle colture». Ad affermarlo è David Granieri, presidente di Coldiretti Roma e Lazio. Gli storni colpiscono frutteti, oliveti e vigneti, produzioni di alta qualità «con pesanti conseguenze economiche per imprese che già vivono un periodo difficile - continua Granieri -. Si stima che nel 2015 i danni a Roma e nel Lazio siano di circa 300mila euro a causa di un fenomeno colpevolmente sottovalutato, come dimostra anche l'utilizzo nella Capitale di 5 falchi, un metodo che si è rivelato inefficace, come prevedibile. Le zone più colpite a Roma? Laurentina, Appia e Ardeatina». Per Coldiretti, «è necessario che Regione e Comune affrontino il problema con un piano preventivo e mirato, sia sul fronte del contenimento, sia per quanto riguarda la tecnica del distress call». Tecnica, questa, adoperata dalle squadre della cooperativa Fauna Urbis che anche ieri erano sul lungotevere per allontanare gli storni.

LA DESOLAZIONE

L'incarico (spaventare e quindi cacciare via i volatili rilanciando coi megafoni il suono che evoca l'attacco di un rapace) è stato affidato alla coop solo il 14 dicembre. Mentre gli storni in città sono arrivati tra ottobre e novembre. La scorsa settimana, gli operatori sono intervenuti a Vigna Clara, piazza Venezia, nei quartieri San Paolo e Marconi. Dove restano visibili i segni lasciati dagli storni. A partire dalla puzza che si respira per strada e il guano che forma a terra un tappeto disgustoso. «Se piovesse - dice Guglielmo Costantini del comitato di quartiere San Paolo - i pedoni cadrebbero come foglie. È già accaduto a due persone, una signora si è fratturata una spalla. Gli storni ora sono andati via, ma rimangono le colonie di parrocchetti, i pappagalli verdi. L'emergenza non è finita». Per far muovere il Comune i cittadini a novembre hanno presentato una petizione di ben 900 firme, chiedendo anche la potatura degli alberi di via Gaspare Gozzi, nei pressi della fermata della metro B. «Sono quindici anni che i platani non vengono tagliati - continua Costantini -. Ci hanno assicurato che, su questo fronte, interverranno a gennaio». In piazzale della Radio, a Marconi, lo scenario dopo il passaggio degli storni è desolante: i giardinetti della piazza sono completamente sommersi dal guano. Così le panchine in legno e quelle in marmo: impossibile sedersi. Bivaccano piccioni e non si respira. «In questi giardini così preziosi in un contesto tanto urbanizzato - spiega Franco, della stazione di carburanti - dovrebbero giocare i bambini. E invece...».