Uno degli esempi più chiari del «sistema Parnasi», sono proprio i progetti su Ostia. Quelli in cui dovrebbe aiutarlo Paolo Ferrara capogruppo M5S in Campidoglio - «il nostro uomo sullo stadio» - comprato, per l'accusa, con il progetto di restyling per la zona litoranea da spendere in campagna elettorale. Parnasi è convinto di poter moltiplicare i guadagni, perché la riqualificazione interessa anche alla minisindaca e al clan: «Anche gli Spada, sarebbero interessati che se ne parlasse bene, così si calma la pressione su di loro e continuano a rubà».
LEGGI ANCHE: Pallotta: vendo la Roma se lo stadio non si fa più
LEGGI ANCHE: «Mazzette stile Anni '80», la rete del costruttore: dai politici agli spada
IL METODO
Parnasi dice che il gruppo deve essere in grado di capire la «fattibilità emulsionale», dei diversi progetti, agire in modo «emozionale». La sintesi tra interessi diversi è il metodo: «Sto spingendo col Milan», «ho preso l'ex cinema Rivoli», «ho lanciato una nuova azienda, Ampersand». Si muove a tutto tondo: offre casa a un assessore milanese che rifiuta - «sembravamo i romani dei film», dice un collaboratore -, impiega energie per «un'opera di avvicinamento del Movimento», scrive il gip, senza disdegnare le altre forze politiche. Vuole accontentare Ferrara, «fare immediatamente la roba di Ostia per incassare su Tor di Valle», per «capitalizzare il super rapporto» costruito «con questo qua», per ottenere l'approvazione di altri progetti. Tutte strategie per allontanare dal gruppo lo spettro del dissesto.
Il declino finanziario delle aziende è cominciato ufficialmente l'1 agosto 2017, quando Parsitalia è stata messa in liquidazione. A novembre 2016 era stato siglato con Unicredit - principale creditore del gruppo con 610 milioni - un accordo di debt to equity, cioè di trasformazione delle passività in capitale di Capital Dev, interamente controllata dalla banca milanese, blindato dall'articolo 182 bis della legge fallimentare. Nel veicolo guidato da Claudio Calabi confluirono 460 milioni di debiti a fronte di cinque progetti di sviluppo di un valore superiore, dei quali quattro a Roma e uno a Catania: per avere liquidità, Capital Dev ha emesso il 22 novembre, a favore di Unicredit, un prestito obbligazionario di 15 milioni convertito in capitale. Tra i progetti romani, l'area Maximo Shopping Center sulla Laurentina, dove l'impresa Colombo Costruzione sta costruendo un ipermercato, un cinema multiplex, un centro fitness e un altro centro commerciale a Pescaccio, dove c'è un finanziamento della tedesca Aareal Bank di 160 milioni. Fuori dal perimetro di Capital Dev è rimasta Eurnova, proprietaria dei diritti edificatori del nuovo stadio della Roma e nella quale l'esposizione di Unicredit oggi si attesta a circa 11 milioni. Nella Parsitalia in liquidazione, il credito residuo di Unicredit è di 122 milioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA