Nel dossier che il Politecnico ha spedito a Palazzo Senatorio c'è un capitolo che racconta bene come la circolazione arriverebbe al collasso in un «giorno feriale medio», «dalle 7.30 alle 8.30» del mattino.
Gli oltre 2.300 addetti di negozi e uffici sarebbero «di fatto obbligati o quasi a utilizzare il Gra o la A91 (la Roma-Fiumicino), andando direttamente a incidere su rami di viabilità già in sofferenza», scrivono gli ingegneri torinesi. I privati, nelle loro simulazioni, hanno sottostimato l'impatto di quello che, prima del taglio parziale alle cubature, era stato ribattezzato «Ecomostro», ipotizzando un aggravio di appena 1.950 auto. Invece sarebbero molte di più. «Il peggioramento del Grande raccordo anulare è comunque netto», annotano i tecnici dell'ateneo sabaudo. E lo dimostrano con una sfilza di grafici in cui vengono rappresentate «le carreggiate separate con 3 corsie per senso di marcia», dove si registrerebbe «una situazione di blocco totale del traffico già solamente a partire da 6.300 veicoli». Mentre i flussi di traffico indicano che, con stadio e centro commerciale, si raggiungerebbero «punte di 8mila-8.500 veicoli orari». Una «perturbazione a carico del normale deflusso che si propagherebbe su assi e nodi adiacenti, con ovvie conseguenze». Insomma, il blocco del traffico avrebbe ricadute su un'area molto più vasta di quella dell'impianto sportivo. Ecco perché i dirigenti dei dipartimenti comunali sono pronti a schiacciare sul freno: «Dopo l'inchiesta per corruzione, l'amministrazione ha voluto avvalersi di una valutazione esterna - confida un manager - Ma se i riscontri del Politecnico saranno confermati nella relazione finale, a inizio 2019, il progetto dovrà essere cambiato, e mica poco, se si vuole andare avanti». Messaggio chiaro: «Altrimenti qui non firmiamo più nulla».
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