Il consulente ombra e il costruttore: e ora prendiamo il Flaminio

Il consulente ombra e il costruttore: e ora prendiamo il Flaminio
di Valentina Errante
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Sabato 16 Giugno 2018, 00:07 - Ultimo aggiornamento: 14:53

 Un controllo totale. Da quando aveva messo piede in Campidoglio, per volontà dei vertici del Movimento, Luca Lanzalone gestiva tutte le partite aperte. Un uomo invisibile, di fatto, il sindaco-ombra. Nelle sue mani, la vicenda dello stadio di Tor di Valle, il concordato Atac e l’istituto di previdenza del Comune. E, soprattutto, gli affari di Luca Parnasi, presenti e futuri, che proprio Lanzalone gestiva dall’interno. Per l’amministrazione il superavvocato Cinquestelle, che aveva già un piede nel governo non esisteva e non riceveva compensi, fino alla nomina in Acea. Tanto che neppure i carabinieri, quando a maggio si sono presentati per acquisire tutti gli atti, sono riusciti a farsi spiegare che ruolo avesse.

Gli aiuti ai politici

Al presidente Acea si voleva dare un incarico nella partita Atac, lo raccontano le intercettazioni. Intanto, a garantirgli cospicui compensi, tramite consulenze dirette e indirette, era invece Luca Parnasi. Perché l’imprenditore, arrestato insieme al legale mercoledì scorso, grazie a Lanzalone, non solo era riuscito a superare il muro di opposizione dei Cinquestelle, contava di realizzare molti altri progetti, condizionando ancora l’iter amministrativo del suo business dal progetto del palazzetto del Basket, da costruire all’ex fiera di Roma, al progetto sullo stadio Flaminio. Ma la partita era anche politica e Parnasi puntava agli stadi di Milano, Napoli, Bologna e Bari. Intanto, Lanzalone apriva a Parnasi la porta dei Cinquestelle («devi presentarmi Di Maio», gli dice l’imprenditore) e Parnasi, che finanziava l’intero arco costituzionale, ma soprattutto la Lega, garantiva al legale, una nuova sponda, grazie al suo legame con Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti.

GLI AFFARI
Per Parnasi non c’è solo il progetto del Palazzetto del basket alla nuova Fiera di Roma, sul quale Lanzalone gli promette successo superando gli ostacoli che aveva posto l’ex assessore Berdini esattamente come accaduto per lo stadio di Tor di Valle. Luca Parnasi intende diventare l’imprenditore dello sport a Roma e ne parla con quello che di fatto gestisce i dossier del Campidoglio. In una telefonata dello scorso maggio, dice a Lanzalone: «Noi vorremmo fare la legge sugli stadi col palazzetto del basket per Fiera di Roma e come contributo straordinario, come abbiamo fatto l’Ostiense sullo stadio, facciamo il Flaminio, così facciamo altri due impianti e son sei milioni... non è male no?. In questo modo Roma ha il nuovo stadio di calcio della Roma, PalaTiziano per la pallavolo, palaFiaminio per il rugby» E Lanzalone aggiunge: «E l’altro per il basket». Poi l’imprenditore conferma dicendo “E questo è il ragionamento strategico da fare alla sindaca e a Montuori e Bergamo».

Lanzalone dice “comunque io devo dire che gli risolve il problema di tutto, del parco”. In veste di presidente di Acea l’avvocato ha già avviato il progetto di acquistare una nuova sede proprio nel business park di Tor di Valle. E anche sul Palazzetto del basket deve intervenire come Acea, Parnasi gli dice: «La cosa della Fiera si può fare e con la banca è politico, tu rappresenti Acea». Ed è ancora a Lanzalone che Parnasi affida la pratica sui “Mercati generali”, un contenzioso da 70 milioni di euro con il Comune di Roma. Ma, forse contando sull’appoggio del nuovo governo e ancora sulla preziosa collaborazione di Lanzalone Parnasi racconta agli amici che, dopo gli stadi di Roma e Milano: «Lo hanno chiamato per lo stadio del Bari (la Banca) e del Bologna, e vorrebbe fare anche lo stadio del Napoli» e aggiunge: «Ho ben avviato lo stadio del Milan, perché Milano è più pronta come città».

I SUPERPOTERI
Carlo Felice Giampaolino, uno degli advisor del concordato (supepagato) Atac, si rivolge costantemente a Lanzalone, gli chiede consigli e l’avvocato legge lunghi documenti e prospetta soluzioni. L’obiettivo in caso di concordato nominarlo commissario. Ma intanto c’è la procedura in corso e anche il ricorso presentato al Tar dal garante per la concorrenza contro Atac contro la proroga del contratto per il trasporto pubblico alla controllata. Una causa che dovrebbe seguire Lanzalone, come dice Giampaolino. Il nodo è che nei curricula dell’avvocato e del suo collega Stefano Sonzogni mancano i titoli per l’acquisizione dell’incarico: «Se ci iscriviamo per il civile loro, in teoria, farebbero una forzatura a invitarci su una questione che è di amministrativo puro .. .potrebbe essere antipatico che loro chiamano ad uno che non è iscritto, quindi l’altra alternativa - dice Lanzalone - o si esce da quel sistema, ma devono capire loro come uscire, oppure dobbiamo far iscrivere che lavoriamo con lui, cioè nel senso dobbiamo andare da uno che c’ha tanti incarichi».

L’ipotesi è di associarsi con altri studi legali. E’ lo stesso Lanzalone a dire che avendo dato oltre 40 pareri legali ai Comuni, il problema potrebbe essere superato». E Lanzalone scherza: «Dovremo evitare di fare come Conte», riferendosi al nuovo premier e ai falsi nel curriculum. Ma tra i superpoteri c’è anche il rapporto con Ipa, l’istituto di previdenza dei dipendenti del Comune. Lanzalone, in un’intercettazione, si lamenta delle continue richieste e sollecitazioni in Campidoglio con il suo socio di studio, Luciano Costantini, del fatto che il commissario straordinario, Fabio Serini si sia rivolto a lui per avere una proroga dell’incarico: «Dall’altra parte, Serini mi fa tutto un panegirico, invece, sul discordo dell’Ipa, che adesso lui, insomma, gli sembra di essere poco remunerato. Gli ho detto “guarda, parlane con la Raggi”. Serini vuole anche la proroga di un anno dell’incarico. E lo chiede a Lanzalone, l’uomo che lo ha fatto nominare. «Già ogni tre per due mi chiedi delle cose e vabbè, per quanto posso, cerco di farle».

LEGA & M5S
Parnasi, che negli anni ha finanziato tutti i partiti politici, offre a Lanzalone il suo rapporto con la Lega, e l’avvocato gli garantisce le entrature con i Cinquestelle. L’imprenditore parla con gli amici di Lanzalone «come il futuro premier», mentre Salvini e Di Maio trattano. E tra loro il legale e il costruttore si scambiano commenti. Scrivono i carabinieri che riassumono un’intercettazione dello scorso marzo: «Parnasi si vanta con Lanzalone del suo rapporto con Matteo (probabilmente Salvini) e dice “Con me si possono...aprire ... io questo è un discorso che posso fare ... è chiaro, non conosco Luigi, conosco te». I due scherzano, sul forte legame che unisce Lanzalone ai Cinquestelle, tanto che parnasi dice: «Lanzalone premier e Giorgetti vicepremier” Poi Parnasi chiede a Lanzalone di presentargli Di Maio.

L’avvocato per l’imprenditore non è solo una porta con i Cinquestelle e confessa a un amico: «Frequento Lanzalone non in quanto uomo di Di Maio e Grillo, ma in quanto persona capace e intelligente. I commenti, però, proprio mentre si forma il governo tornano sempre alla politica. «Allora io vedo Luigi tutti i giorni - dice Lanzalone - lo sento tre volte al giorno, l’ho visto due ore fa». E in un’altra occasione, sempre parlando con l’imprenditore: Luigi è un po’ come Salvini, cioè molto chiuso il cerchio, io, due tre persone, punto...con la gente non dire mai cose che non si devono dire».

Parnasi replica: «io questo gli ho detto a Giancarlo (Giorgetti ndr) comunque si sono fidati di me in tempi non sospetti». E ancora, il 16 maggio Parnasi seguita a dispensare consigli a Lanzalone su come proporsi a Spadafora e agli altri esponenti del M5S per sponsorizzarlo. Poi gli chiede di riferirgli cosa gli abbia detto Vincenzo.
Ma la rete dell’imprenditore, prima delle elezioni, include tutti dai Cinquestelle con Marcello de Vito, al Pd.. Annotano i carabinieri: «Per mantenere i rapporti con la candidata alle elezioni politiche Patrizia Prestipino (Pd) Parnasi incarica Giulio Mangosi, dipendente Eurnova e suo cugino, di concederle in uso, per le esigenze elettorali, un locale in zona Torrino». Il locale è quello che, a suo tempo, era stato occupato dai “Moderati per la Terza Fase”, fondata e presieduta da Luciano Ciocchetti».

LA DELIBERA
A fine maggio quando i carabinieri del Nucleo investigativo si presentano in Comune. Su delega del pm Barbara Zuin devono acquisire la documentazione relativa al ruolo di Lanzalone nell’amministrazione. Ma il suo nome, replicano dagli uffici, non esiste. All’ufficio personale spiegano che i gangli dell’amministrazione sono tanti e si riservano di ottenere una risposta dal Segretario generale. «Non risulta alcun incarico». È la stessa Raggi, dopo l’incursione dei carabinieri a chiamare Lanzalone, per dirgli che qualcosa non va e i militari hanno acquisito la documentazione che riguarda il suo rapporto con l’amministrazione.

IL SOVRINTENDENTE
Intanto si potrebbe aggravare la posizione di Francesco Prosperetti, il sovrintendente che ha sbloccato ilorogetto stadio mentre Parnasi affidava a uno studio di architetti dove lavora la figlia un incarico. Il manager del Mibact ha chiesto un lavoro per il figlio Leonardo a un consulente della soprintendenza, Gianfilippo Lucatello, che lui stesso aveva appena nominato. Ne parla al telefono insieme alla moglie, Stefania Panella, dipendente del Mibact, direttore del Museo dell’Alto Medioevo e della basilica di San Cesareo, il 18 ottobre 2017. «Oggi ho avuto un’idea, siccome è venuto da me Gianfilippo, a parlarmi di lavori agricoli, gli ho detto guarda, poi alla fine... siccome gli ho dato un nuovo incarico, ‘na cosa... gli ho detto guarda Gianfilippo, ti devo parlare di una cosa personale... ti pregherei magari se quando ti capita se c’hai un lavoretto, na cosa na consulenza». E la moglie finisce la sua frase: «di darla a Leonardo...certo, però allora gli desse qualcosa da fà eh - bravo, dopo tutti i favori che gli fai alla gente, qualcosa pure eh! va bene, hai fatto benissimo, sei stato bravissimo, sono contenta di te».
 

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