Spese pazze alla regione Lazio, Montino: agito sempre dentro le regole

Spese pazze alla regione Lazio, Montino: agito sempre dentro le regole
3 Minuti di Lettura
Venerdì 29 Settembre 2017, 17:26 - Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 15:16

«Sui fatti contestati rimaniamo convinti di essere rimasti sempre dentro la normativa vigente». Lo ha detto all'agenzia Ansa il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, commentando il suo rinvio a giudizio assieme ad altri 15 ex consiglieri regionali del Pd, nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione dei fondi destinati ai gruppo consiliari della regione Lazio.

«Per i due fatti contestati, sulle modalità di assunzione dei collaboratori e sui fondi a Paese Sera - ha sostenuto Montino - le nostre procedure sono state fatte sulla base della normativa vigente. Sul primo aspetto che mi riguarda, che riguarda la contestazione di 7500 euro per l'assunzione di collaboratori, non credo si possa procedere attraverso un concorso: essendo un rapporto di un gruppo politico, e succede a qualsiasi livello, si tratta di un rapporto fiduciario e di parte. Rimaniamo convinti di essere stati sempre dentro le regole. Sulla seconda contestazione, ribadisco che i contributi dati a Paese Sera sono relativi a campagne d'informazione, ritenendo fosse lo strumento più idoneo per parlare ai nostri elettori del centro sinistra. Molti giornali dicono non ci sia stata nessuna prestazione di servizio: non è assolutamente vero; anzi, abbiamo dimostrato, e messo a disposizione anche dell'autorità giudiziaria, e lo è anche dei media che lo volessero, copie delle campagne relative al periodo chiamato in causa». 

«Sono fiducioso e tranquillo: andremo in aula di tribunale a difenderci e a spiegare le nostre valutazioni in merito ad una accusa che continuiamo a non condividere», ha insistito Montino. «Noi tranquillamente andremo in aula di tribunale - ha aggiunto il primo cittadino - a spiegare, ancora una volta, tutte le nostre valutazioni, portando elementi, prove, testimonianze, che quello che abbiamo fatto lo abbiamo portato avanti rispettando la legge regionale e le norme nazionali e non per altri tipi di interesse. La decisione del rinvio a giudizio era francamente scontata. Rispondere e spiegare fa parte della funzione politica e quindi trovo normale che mi vengano chiesti chiarimenti e che io debba rendere conto. Questo procedimento è in piedi dal 2012, mi aspettavo il rinvio a giudizio. Continuerò a fare il mio dovere di sindaco e andrò a confronto con i miei avvocati. Sarà faticoso ma nulla cambia nel mio impegno con la città di Fiumicino dove continueremo a lavorare come abbiamo fatto in questi cinque anni».

«A Roma, più dello scandalo delle spese pazze di cui sono accusati ex consiglieri come Esterino Montino, noto e potente boss Pd, va denunciato lo scandalo Procura della Repubblica di Roma. Mentre le vicende riguardanti altri settori politici furono oggetto di tempestive e clamorose indagini, con tanto di tv in diretta a ciclo continuo, il Pd è rimasto a lungo impunito». Lo afferma Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia. «Solo l'azione giudiziaria della procura di Rieti, approdata per competenza nella Capitale, ha costretto i togati romani ad agire con anni e anni di ritardo. Perché Pignatone, l'allora numero due della Procura romana Nello Rossi, non agirono a tempo debito verso Montino come fecero verso altri di diversa collocazione politica? Perché rimasero inerti Orano, Pioletti e altri magistrati i cui nomi leggo sui giornali? Chiedo con una interrogazione una ispezione a loro carico e mi rivolgo al Csm, che in un sussulto di orgoglio dovrebbe punire severamente chi ha eluso l'obbligo dell'azione penale. Ampi dettagli sulla stampa anni fa. Io stesso contestai allo stesso Montino pubblicamente i fatti per i quali ora sarà processato. Perché Pignatone, Rossi, Orano, Pioletti, non agirono pur essendo i fatti di pubblico dominio e li valutano tardivamente adesso e solo per merito dei magistrati di Rieti? Li sfido a un pubblico confronto e ne parlerò in Senato e ovunque, tv compresa. Non sfuggiranno alle critiche, con nomi e cognomi», conclude Gasparri.


 

© RIPRODUZIONE RISERVATA