La rivincita di Speraggio, ramo dopo ramo batte anche l'ironia del web

La rivincita di Speraggio, ramo dopo ramo batte anche l'ironia del web
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 4 Dicembre 2018, 08:02 - Ultimo aggiornamento: 08:19

Dagli all'albero! A prescindere, come diceva Totò. Non avevano neanche fatto in tempo a scaricarlo nottetempo a piazza Venezia, sotto l'occhio un po' assonnato dei pizzardoni di turno, che già la diatriba estetica sull'abetone arrivato dal Varesotto per riscattare il Natale post-Spelacchio dell'Urbe prendeva forma. Con tanto di hashtag spernacchiante e coniato di fresco, Spezzacchio anzi #Spezzacchio, perché i rami più grossi, come in realtà si sapeva da giorni (lo avevamo raccontato giovedì su queste colonne) erano stati segati lassù nei boschi di Cittiglio, ai piedi della catena prealpina, per poi essere rimontati, come un mobile dell'Ikea, una volta approdati davanti all'Altare della Patria. Impossibile altrimenti trasportare la gigantesca pianta in autostrada, spiega la multinazionale che si sta occupando dell'allestimento, considerando che questo enorme abete, specie nordmanniana, è lungo 23 metri e largo 12. Spiegazione che suona plausibile - esistono corsie di 12 metri? - e che però non ferma, per ora, il rodeo social a chi la spara più sferzante.
 

 
 


E dire che la procedura è tutt'altro che nuova. L'hanno seguita pure a Milano, difronte al Duomo, anni fa, basta fare due clic su Google per trovare anche lì, davanti alle guglie, le frasche mozzate e poi riattaccate, e senza un refolo di indignazione da tweet. Anche perché nel giro di un paio di giorni, l'albero pareva al solito prospero e scintillante di mille lucine. Come ci si augura farà Speraggio, che ha il compito di far dimenticare le feste smunte dell'anno passato.
In attesa che si mostri con tutti i suoi rami al posto giusto, dentro al Gra, appena il fusto si è svelato senza make-up (ci vorranno ancora 18-24 ore per risistemare tutte le fronde), si è rivisto il riflesso spelacchiano di alcuni romani, in salsa disfattista. Sfiducia in parte giustificata, vista come è messa la Capitale tra buche, monnezza e bus flambé, e che però in questo caso cozza col buonsenso. Verrebbe da dire, stavolta sì, lasciamoli lavorare (gli operai). E poi vediamo il risultato finale, l'8 dicembre, quando la sindaca Virginia Raggi - che molto punta sull'erede di Spelacchio per raffigurare l'avvio della sua «fase 2» al timone di Roma - schiaccerà il tasto che accenderà 60mila luci e si mostreranno le 500 palle decorate coi volti delle serie tv di Netflix, lo sponsor dell'operazione che ha messo sul piatto 376mila euro. Dieci volte tanto rispetto all'anno passato.

L'IRONIA
In attesa che Speraggio li smentisca, Twitter ieri brulicava di commenti: «Non è rotto, è a puntate», «appena ha visto in che condizioni sta Roma, sono cadute le braccia pure a lui...», «mi spezzo, ma non mi spelo», «è il fungo di Natale», «in realtà un'opera di Giuseppe Penone». «Ma era previsto che nel corso di un viaggio di circa 700 km qualche ramo si incrinasse» dice, per ora invano, Giuseppe Spertini, proprietario del vivaio di Cittiglio. La polemica è ovviamente anche politica, con l'opposizione che fa suo il nomignolo di Spezzacchio e il M5S che per difenderlo insiste (trovata un po' sfortunata) nel chiamarlo Spelacchio. «Smontato e rimontato col jet lag... Vorrei vedere voi dopo una notte di viaggio», ironizzano i creativi di Netflix, con l'account ufficiale dell'operazione albero.
«Ne avevamo staccati una dozzina, di rami, tutti numerati e ora saranno rimessi al loro posto, come si fa per gli alberi finti che si comprano in scatola», sottolinea Attila du Chêne, direttore operativo della Igp Decaux, la società che ha vinto la commessa del Comune. I rami spezzati che si vedono in alcune foto, racconta, «erano stati piegati a Varese, altrimenti non sarebbero entrati sul camion. Anche loro saranno fissati con delle staffette». La pianta, assicura, «non darà segni di cedimento per almeno 2 mesi». Per avere un'idea di come sarà l'albero con tutti i rami, tocca aspettare stasera. Poi domani arriveranno le luci, giovedì le sfere, venerdì la pedane e gli schermi per i selfie. E sabato, è la promessa, Speraggio avrà la sua rivincita.
 

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