Ostia, roulotte bruciata al pentito del clan Spada

Ostia, roulotte bruciata al pentito del clan Spada
di Mirko Polisano
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Venerdì 11 Maggio 2018, 08:30 - Ultimo aggiornamento: 08:31
Il fuoco per mandare messaggi. Un rogo scoppiato a Ostia nel cuore della notte è una minaccia precisa a chi si mette contro il clan Spada. Le fiamme che lunedì, poco dopo le due, hanno bruciato una roulotte e danneggiato uno scooter non sono state appiccate per caso. Un incendio che ha tutto il sapore dell'intimidazione. I due mezzi, completamente carbonizzati, appartenevano a M.C., classe 1963 e una sfilza infinita di precedenti penali dallo spaccio di droga all'usura. Un nome non nuovo alle inchieste di polizia e carabinieri che sul litorale combattono il traffico di sostanze stupefacenti.

LE CARTE
Ma M.C. è soprattutto l'uomo che ha parlato con gli inquirenti e ha raccontato i suoi legami con il clan Spada. Un testimone scomodo a cui qualcuno l'altra notte ha bruciato la roulotte. Un attentato, senza ombra di dubbio, dal significato inequivocabile: «se parli ancora ti bruciamo». Il 53enne avrebbe raccontato a due collaboratori di giustizia le prepotenze subite da Roberto Spada, il reggente del clan secondo il pm e l'autore della testata ai danni del giornalista di Nemo, Daniele Piervincenzi. La vittima dell'attentato incendiario era stato costretto a cedere al clan la sua abitazione. «Spada - ha detto a verbale un collaboratore di giustizia - si era impossessato dell'abitazione di M.C. perché lo stesso non aveva pagato una partita di droga». «La casa - si legge nelle carte - è quella di via Guido Vincon dove Roberto Spada abita tutt'ora (e dove è stato arrestato lo scorso 9 novembre). Ovviamente la casa di cui si è impossessato Spada è molto più grande rispetto a quella che era di proprietà di M.C. che è stato costretto ad accettare per paura di ritorsioni da parte degli Spada».

Una vittima degli Spada che ha detto più del dovuto. E questo potrebbe aver fatto scattare la vendetta del clan che, nonostante il presunto reggente sia rinchiuso nel carcere di massima sicurezza a Tolmezzo in provincia di Udine, continua a spadroneggiare per le strade di Ostia Ponente. Un commando è entrato in azione nel cuore della notte in via Danilo Stiepovich. Sul caso sta lavorando la polizia del commissariato di Ostia. Nessuno ha visto nulla, almeno ufficialmente. Tapparelle chiuse e nessun testimone. L'avvertimento è stato lanciato: guai a parlare degli Spada. La «cupola» del litorale cerca di mantenere il controllo del territorio, dove non sono ammessi traditori. E per chi parla troppo, c'è il fuoco.
 
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