Roma, pestato sulla metro, la mamma: «Sono mite, ma se ti toccano un figlio posso fare di tutto per proteggerlo»

Roma, pestato sulla metro, la mamma: «Sono mite, ma se ti toccano un figlio posso fare di tutto per proteggerlo»
di Raffaella Troili
3 Minuti di Lettura
Domenica 25 Settembre 2016, 09:36 - Ultimo aggiornamento: 09:52
Signora Elena è riuscita a vedere il video?
«L'ho intravisto, lo stava dando la televisione ma io mi sono girata dall'altra parte, non l'ho guardato, me ne sono andata via, in cucina».

E chi l'ha visto?
«Mio marito, che è a casa, non sta bene. E' rimasto stupito, mi ha detto ammazzate, ma sei tu quella lì?, ammazza come meni, non se l'aspettava da me, che reagissi così, perché io vivo e lascio vivere, sono una persona mite, calma, come Maurizio».

Non è una tipa che si mette a discutere?
«No, anzi, è sempre meglio evitare, poi quando mio marito era in salute magari con lui, uno si faceva rispettare di più, ma adesso anche lui mi dice sempre: Elena, così come sto, io che posso fare?».

E invece ha tirato fuori tutta la forza e il coraggio di una mamma.
«Quando vedi tuo figlio così, preso a calci, malmenato, ti scatta, ti viene da proteggerlo. Quelli lì non finivano più di colpire, prima due schiaffi, poi pugni, calci, muti, senza dire una parola. Gli si sono avventati contro come bestie. E se ti toccano tuo figlio esce fuori di tutto, anche la più mite diventa una furia».

E comunque si vede una mamma proteggere il figlio come può fino all'ultimo, solo alla fine Maurizio resta solo un poco.
«Lo so, sono corsa fuori per gridare fermateli e per acchiapparli, sono andata a rincorrerli sulle scale mobili. Poi sono tornata, Maurizio mi ha detto come stai? Ero piena di rabbia».

Non ha la voglia, la curiosità di rivedere quanto ha vissuto proprio domenica scorsa?
«Non lo so, se rivedo come stavo, quello che ci hanno fatto, mi viene da piangere, per ora quando l'ho intravisto, mi è venuto da piangere così ho preso e me ne sono andata. Anche a mio marito viene da piangere».

Si vede una donna che quando è tutto finito offre dell'acqua a Maurizio e si china a raccogliere qualcosa?
«Sì forse il suo cellulare, non ricordo bene. Ma i passeggeri si dovevano mettere in mezzo prima, quando menavano».

Anche quello si vede, la gente che scappa spaventata.
«Anche per questo non so se riuscirò a vederlo, perché ti sale solo di più la rabbia, io e mio figlio non ne parliamo, io voglio scordarmi di tutto».

E' sera, è tornata a casa, che sta facendo?
«Stavo leggendo il giornale, mentre mangiavo, non mi ricordavo nemmeno che Maurizio gli aveva dato un calcio, ero di spalle, mi sono girata e ho visto quello che stava menando. Mi fa male tutto, sono stanca».

E come sta Maurizio?
«Lui sta un po' meglio ma nemmeno domani esce, gli devono fare ancora una Tac di controllo, forse lunedì o martedì. Gli fa male la testa e non vuol parlare nemmeno lui di quel che è successo».

Sarebbe bello se quando uscisse, quel 37enne sprovveduto che si è avvicinato a degli sconosciuti per dar loro un consiglio, non tornasse nel dimenticatoio. E magari, trovasse un lavoro. Starà pensando a questo stasera, sua mamma.