Marino: «Sì ai quartieri a luci rosse
La prostituzione è un danno per Roma»

Marino: «Sì ai quartieri a luci rosse La prostituzione è un danno per Roma»
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Giovedì 22 Maggio 2014, 13:35 - Ultimo aggiornamento: 23 Maggio, 21:34
Dopo il si alle droghe leggere, arriva un altro parere favorevole del sindaco marino che non mancher di far discutere.

Marino si dice infatti favorevole all'istituzione di quartieri a luci rosse, ovvero «alla zonizzazione della prostituzione». «Purtroppo non è una decisione del sindaco - ha detto - ma sarei favorevole a che ci siano zone dove è consentita e zone dove non lo è». «Questo dilagare della prostituzione non solo arreca un danno al decoro della città - aggiunge - ma crea situazioni di disagio gravissimo ad alcuni quartieri».



Lunedì scorso il Viminale ha presentato il piano per Roma Capitale della sicurezza. E tra gli interventi promossi dal ministero dell'Interno c'è anche l'attivazione di un numero verde per segnalare, via sms, lo sfruttamento della prostituzione nelle strade, uno dei motivi, il principale, che ha portato Marino a rilanciare l'idea di un quartiere a luci rosse nella Città eterna.



Ma la "proposta hard" del sindaco - che arriva il giorno dopo il sì alla liberalizzazione delle droghe leggere - infiamma lo scenario politico. Il centrodestra attacca. Il consigliere di Forza Italia Rossin: Dopo l'apertura alle droghe

leggere, sì anche ai quartieri a luci rosse: «Il sindaco hippy Marino crede proprio di vivere in una comune».



Le reazioni «La zonizzazione è una proposta vecchia e inaccettabile, che non risolve il problema della prostituzione e rende le istituzioni pubbliche conniventi con gli sfruttatori». È il commento di Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, alle dichiarazioni del sindaco di Roma. «L'unica soluzione veramente efficace e rispettosa della dignità umana, della donna in particolare, è l'introduzione anche in Italia del modello nordico che vieta le prestazioni sessuali a pagamento. Su questo - annuncia Ramonda - abbiamo avviato una petizione on line che ha già superato le 21 mila firme».



Duro il commento di Dario Rossin, consigliere capitolino di Forza Italia. «Dopo l'apertura alle droghe leggere, sì anche ai quartieri a luci rosse: il sindaco hippy Marino crede proprio di vivere in una comune. Non offre soluzioni alla prostituzione dilagante che costringe abitanti di interi quartieri a chiudersi in casa per non assistere a scene hard sotto le proprie finestre, come a Tor Fiscale, esprime la sua personalissima idea su una questione su cui fortunatamente non ha poteri, mentre sui problemi verso cui dovrebbe intervenire come pulizia e degrado della città tace miseramente. Roma deve essere liberata da questo marziano».



I Radicali italiani invece plaudono all'idea di Ignazio Marino di legalizzare la prostituzione per combattere lo sfruttamento, dopo aver accolto con favore ieri le frasi del sindaco di Roma sulla legalizzazione delle droghe leggere. «Siamo in linea con quel che dice il sindaco - afferma Riccardo Magi, consigliere radicale in Campidoglio eletto nella lista civica Marino - è un altro tema radicale per eccellenza. Sulla prostituzione non sono sufficienti e anzi sono dannose le ordinanze come quelle del periodo di Alemanno, che hanno solo causato lavoro extra per le forze dell'ordine e spinto le prostitute in periferia, in luoghi più bui e rischiosi». Sui provvedimenti ipotizzabili Magi obietta che «non è necessario creare delle zone 'a luci rossè, suscettibili di diventare dei ghetti; meglio tutelare e legalizzare chi esercita liberamente la professione e punire lo sfruttamento». E non è del tutto vero che il sindaco non abbia poteri. «Stiamo pensando di presentare una delibera in Consiglio comunale - dice - che preveda l'uso dei poteri residui del sindaco nella regolamentazione del commercio. Una maggioranza su questo? La vedo difficile, ma avrebbe un valore politico e se ne parlerebbe».



Alfio Marchini è molto critico. «Commentare le continue sortite di Marino è ormai diventato un esercizio tragicomico. Ma non resisto dal porre una mesta domanda al visionario sindaco sulla sua ultima sortita: quali dovrebbero essere i quartieri che egli ha selezionato per liberalizzare l'esercizio della prostituzione? E, se ancora non li avesse individuati, con quali criteri li vorrebbe identificare?».
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