Simona, la sorella sapeva tutto. L'ombra di quella violenza in famiglia

Simona Riso
di Raffaella Troili
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Martedì 12 Novembre 2013, 09:53 - Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 09:22

La sorella sapeva, si era allontanata anche lei dal paese d’origine, dalle pressioni della famiglia. E aveva accolto Simona a Milano, l’aveva protetta, ascoltata, aiutata. Insieme avevano viaggiato, condiviso gioie e dolori. Era l’unica che poteva starle vicino, decisero i medici.

Ora Nunzia e lo psichiatra di Simona Riso, forse i soli a custodire davvero i segreti più dolorosi della ventottenne, quella violenza subita da parte di una persona a lei vicina, saranno ascoltati dal pm. Gli inquirenti vogliono capire se la precarietà psicofisica della giovane calabrese, la sue crisi depressive e i suoi atti di autolesionismo, possano averla portata il 30 ottobre a un gesto estremo e disperato. Quella mattina intorno alle 6,30 sarebbe precipitata dalla terrazza condominiale della palazzina in via Urbisaglia dove viveva al seminterrato. Arrivata in fin di vita al San Giovanni, prima di morire ha detto ai soccorritori di aver subito violenze, che però non sono emerse.

Ora si scava nel passato.

Già ieri è stato ascoltato il fratello Nicola Riso, nei prossimi giorni saranno convocati altri familiari, anche lo psichiatra a cui Simona avrebbe confidato di esser stata vittima di un abuso da parte di un parente. La giovane come pure la sorella si era allontanata dalla Calabria e dalla famiglia. E all’indomani di un tentativo di suicidio, dopo mesi di ricovero e sedute familiari, i medici che la seguivano l’avevano affidata alle cure e all’affetto della sorella.

GLI INTERROGATORI

Il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il sostituto procuratore Attilio Pisani vogliono avere un quadro chiaro del profilo psicologico della ragazza, per questo hanno deciso una tornata di audizioni delle persone che possono aver raccolto le sue confidenze. Sembra che qualcuno tra gli amici e le conoscenze più strette abbia già confermato che Simona soffriva ancora per un trauma subito tanto tempo fa. In settimana dovrebbero essere pronti i risultati degli esami tossicologici e delle tracce organiche trovate sulla maglietta della giovane. Gli inquirenti continuano a procedere per omicidio volontario. «Il pm sta verificando ogni ipotesi. Noi per ora vogliamo capire che è successo alla ragazza tra le 5 alle 7 del 30 ottobre - spiega l’avvocato della famiglia Sebastiano Russo - se si è buttata di sotto, se qualcuno l’ha buttata o se è caduta accidentalmente. E’ possibile che ci sia un episodio traumatico alle spalle di Simona, ma dire che abbia a che fare con quel che è accaduto il 30 ottobre, non lo so. Non ha senso rivangare il passato prima di sapere che è avvenuto pochi giorni fa».

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