Ostia, si stringe il cerchio sui clan: «Qui tutti sanno chi è stato»

Ostia, si stringe il cerchio sui clan: «Qui tutti sanno chi è stato»
di Mirko Polisano
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Lunedì 27 Novembre 2017, 07:45
I boss di Ostia si sentivano braccati. Non solo dalle forze dell'ordine che cercavano i sicari dell'agguato in pizzeria dell'altra notte, ma anche dai loro nemici. «Sapevamo che qualcosa sarebbe dovuto succedere qui in zona ce lo aspettavamo tutti- dice Mario C., residente in via Guido Vincon- sangue chiama sangue. E certi nomi non possono essere toccati». L'aria che si respira la domenica mattina in via Baffigo non è quella della paura, ma della «normalità».

LE VOCI
«Se ti fai un giro per il quartiere, la gente sa pure chi è stato. Le voci corrono in un attimo», aggiunge un anziano prima di andare a messa nella chiesa-garage all'angolo con via Cagni. «Quando abbiamo sentito che hanno sparato a un Fasciani- aggiunge una donna che di rivelare la sua identità non ne vuole proprio sapere- sapevamo che non sarebbe finita così. Queste storie nel quartiere le conosciamo bene: è lo stesso copione che ri ripete. Anche a questo servivano le vedette anonime e complici messe davanti alle case degli Spada. Ma questa volta qualcosa non è andata per il verso giusto. Chi ha colpito, di sicuro, sapeva come muoversi. I due palazzi, quello dove abita Silvano Spada in via Forni e quello del fratello Giuliano di via Baffigo sono speculari e non è escluso che chi ha agito si possa essersi mosso dall'interno.

I CONTROLLI
«Qui adesso siamo spiati- aggiunge una giovane mamma- ci controllano quando entriamo, quando usciamo e chi frequentiamo». Le indagini degli investigatori continuano a ritmo serrato. La scientifica ha effettuato i rilievi sulle porte delle abitazione colpite da proiettili e spranghe per isolare eventuali impronte digitale. La caccia al commando è nelle zone bunker intorno piazza Gasparri. Gli agenti del commissariato Lido non possono contare sui filmati delle telecamere. In tutto il quartiere non ce n'è una. Anche i testimoni non sono utili alle indagini: nessuno vuole metterci la faccia. La maggior parte delle persone non ha visto né sentito nulla. Nessuno ha udito i cinque colpi di pistola contro la porta di Silvano Spada. Nessuno ha udito le sprangate contro l'ingresso di Giuliano Spada. Né i vicini né i condomini dei palazzoni comunali. «Io a quell'ora già dormivo pensa- fa sapere uno dei dirimpettai- e non mi sono accorto di niente. Ho il sonno profondo». Il leit motiv è sempre lo stesso per tutti. L'omertà è ovunque a Ostia Nuova. Anche tra quei pochi commercianti rimasti aperti, nonostante i clan o grazie a essi. «Ho visto la polizia arrivare- si limita a dire il titolare di un bar- ma io me ne sono tornato a casa».

LE TESTIMONIANZE
Le pattuglie presidieranno per alcuni giorni l'intero quadrilatero della droga e nelle prossime ore saranno ascoltati anche i due destinatari degli avvertimenti. Per loro è stata disposta un'audizione urgente e la loro versione dei fatti potrà essere decisiva, così come le loro eventuali contraddizioni nel racconto. Al netto dei riscontri, gli inquirenti starebbero lavorando anche su un altro episodio. La notte prima del ballottaggio in uno dei palazzi di via Forni ci fu un black out che lasciò l'intero palazzo senza luce. In quel condominio abita un esponente del clan Spada. Ora gli investigatori non credono più alle coincidenze.
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