Roma, un'altra vittima della strada: Sebastian investito e ucciso fuori da un locale

Roma, un'altra vittima della strada: Sebastian investito e ucciso fuori da un locale
di Alessia Marani
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Lunedì 19 Novembre 2018, 08:24 - Ultimo aggiornamento: 08:27

Ancora un pedone investito sull'asfalto della Capitale, il centoquarantaduesimo morto per incidente dall'inizio dell'anno. Un nuovo lutto che arriva proprio nella Giornata in memoria delle vittime della strada celebrata ieri mattina in piazza del Popolo dai familiari di chi ormai non c'è più. Un turista tedesco di 29 anni, Sebastian Froning, originario di Kamen, cittadina della Renania Settentrionale-Vestfalia, è stato falciato e ucciso alle 4.50 della notte tra sabato e domenica da una Volkswagen Up guidata da un romano di 24 anni, in via Anagnina, di fronte al locale Blackout, poco prima del Gra. Il giovane era in compagnia di due amici, suoi connazionali, con i quali stava trascorrendo qualche giorno a Roma. Avevano passato la serata a bere e ascoltare musica, all'uscita l'impatto.

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LA TESTIMONIANZA
«Me li sono trovati di fronte all'improvviso - racconta G.D.M., di Marino, che procedeva in direzione fuori Roma - la visibilità era scarsa e non erano sulle strisce pedonali. I primi due sono riuscito a evitarli, ma il terzo che era più dietro rispetto agli altri no. È stata una disgrazia tremenda, sono ancora sotto choc. È stato terribile, non ho la forza di parlare». L'automobilista si è subito fermato, ha chiamato per primo il 112 e ha prestato i soccorsi. Sebastian è stato trasportato in ambulanza al Policlinico Casilino dove, però, è morto per i gravi traumi riportati. La strada è stata temporaneamente chiusa per permettere agli agenti del Gruppo Prenestino della Polizia locale di effettuare i rilevi di rito. Sull'incidente è stata aperta un'inchiesta. L'automobilista, come di prassi, è indagato per omicidio colposo. È stato accompagnato in ospedale per i test tossicologici per l'assunzione di alcol e droghe. I risultati, ieri sera, non erano ancora disponibili. Ma il 24enne è apparso comunque lucido e vigile ai soccorritori. I caschi bianchi stanno lavorando per ricostruire la dinamica esatta dello schianto. Soprattutto per capire se i tre ragazzi stessero attraversando o meno sulle strisce, in quel punto comunque presenti. Anche se il corpo di Sebastian era più lontano, probabilmente trascinato dall'auto. Il pm ha disposto l'autopsia. La Volkswagen, intanto, è stata posta sotto sequestro. Solo nella tarda mattinata gli agenti del Prenestino hanno potuto prendere a verbale le testimonianze dei due amici di Sebastian grazie all'aiuto di un interprete. Sebastian Froning era molto conosciuto a Kamen dove giocava nella squadra di football americano, ed era pilota di aereo. Il suo è il secondo investimento mortale a distanza di poche ore in città. Sabato pomeriggio un'anziana, Pierina Tavano, 77 anni, era stata travolta da uno scooter in via Tina Pica a Fidene, nello stesso punto in cui un'altra donna venne investita un anno fa. Solo venerdì la Polizia locale era intervenuta per altri tre investimenti gravi, mentre martedì al km 21,300 della via Casilina era stato falciato da una Ford Fiesta, Nicolae Jiman. Spesso ad avere la peggio sono proprio gli stranieri, come era accaduto il 20 agosto a una turista scozzese di 59 anni, centrata da un'auto in via Bernardino Alimena mentre attraversava sulle strisce a braccetto con il marito, miracolosamente illeso.

Camminavano abbracciati sotto la pioggia anche il viceprefetto Giorgio Di Francesco, 54 anni, e la moglie: un pullman lo travolse a ottobre nella centralissima via Cavour. «La strada non deve uccidere vietato morire», il monito chiaro e tondo è partito ieri mattina da piazza del Popolo. Graziella Viviano mamma di Elena Aubry morta a 25 anni in un incidente in moto sulla via Ostiense, «per colpa delle radici e dell'asfalto malandato», ha voluto che ci fosse «una festa tra cielo e terra» a ricordare le vittime della strada nella giornata mondiale a loro dedicata. Magliette bianche, palloncini, i balletti della scuola Cinestar e delle madri e nonne a inneggiare alla vita che continua anche dopo, «e che è meravigliosa e va tutelata a ogni costo», l'abbraccio ideale dei biker. I volti di Elena e di Marco Pietrobono, morto in un incidente nel 2013, erano sulle maglie «a simboleggiare tutti gli altri che non ci sono più ma che ci guidano nel nostro percorso», dice mamma Graziella.

SENZA SOSTEGNO
La festa rischiava di cadere nel dimenticatoio, zero fondi, zero iniziative per ricordarla: Graziella e Bruno, il papà di Marco, non si sono scoraggiati, anzi. Non hanno avuto l'autorizzazione per un palco, «e allora ce lo siamo disegnati con una riga tracciata a terra», hanno «messo dei pali sui secchi dell'immondizia per sostenere gli striscioni», si sono autofinanziati. «La legge che ha istituito questa giornata - spiega Graziella, amareggiata - prevede che siano i Comuni a farsi carico degli eventi e a farsi promotori delle iniziative. Qui a Roma l'amministrazione non solo non è pervenuta ma ha remato contro». La mamma di Elena si riferisce al blocco del traffico per la domenica ecologica: «Ha creato tantissime difficoltà e molti hanno dovuto rinunciare a partecipare - afferma - Chi si comporta male soprattutto con i propri morti se la vedrà con cittadini. L'importante è che ci sia stato il Padreterno dalla parte nostra, facendo risplendere almeno un bellissimo sole sulla piazza».
 

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