Scuole, manutenzione flop in 120 istituti: per la sicurezza servono 800 milioni

Scuole, manutenzione flop in 120 istituti: per la sicurezza servono 800 milioni
di Camilla Mozzetti
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Giovedì 4 Ottobre 2018, 08:09
Trent'anni o giù di lì: è questo il tempo che servirebbe facendo un breve calcolo con le risorse disponibili ogni triennio per garantire una completa sicurezza negli oltre 340 istituti superiori (licei e indirizzi tecnico-professionali) a Roma e provincia. Il problema è sempre lo stesso: nonostante la malattia sia conosciuta da anni, le terapie tardano a manifestarsi. E sia chiaro non perché mancano le diagnosi.

I mali sono sempre gli stessi: cornicioni pericolanti, infissi vetusti, guaine anti-infiltrazioni usurate, solai cadenti, facciate decrepite. Non si riescono, però, a trovare le risorse necessarie. Ed è così che l'epidemia dilaga costantemente: a Roma ci sono 120 istituti che necessitano di interventi urgenti. Poi ci sono le scuole della provincia: 177 e quasi la totalità (2 su 3) risulta priva della certificazione antincendio. Quante sono le risorse che mancano? Un buco nero quello conteggiato dalla Città Metropolitana (l'ex provincia, per i più nostalgici) che gestisce le scuole superiori della Capitale e quelle di 37 Comuni dell'hinterland.

A voler azzardare un paragone, la somma necessaria che però non è disponibile ammonta al Bilancio di una piccola città di provincia. Solo per il triennio in corso, ovvero quello dal 2018 al 2020, il fabbisogno complessivo per «interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria necessari a garantite le condizioni di sicurezza e di salvaguardia dell'incolumità dell'utenza scolastica è pari a 864.111.000 milioni di euro». Ad affermarlo, nero su bianco, il direttore dell'VIII dipartimento Edilizia scolastica e programmazione della Città Metropolitana che rispondendo all'interrogazione presentata da Carlo Passacantilli, capogruppo della Lega a palazzo Valentini insieme al consigliere Antonio Proietti , traccia uno scenario allarmante.

LE RISORSE DISPONIBILI
In cassa infatti ci sono appena 30 milioni di euro che bastano a coprire gli interventi d'urgenza. Vedi il crollo di alcune mattonelle dai cornicioni del Giulio Cesare di Corso Trieste: lo storico liceo dovrebbe poter contare su 450 mila euro per l'impermeabilizzazione del tetto, ma ne ha a disposizione solo una parte. Secondo gli uffici della Città Metropolitana, l'elenco delle scuole su cui intervenire sulla carta è fittissimo e attraversa tutti i Municipi della Capitale. Una programmazione esiste ma purtroppo non è affiancata dalle risorse. Così la lista per il momento resta lettera morta e gli interventi (a tampone) riescono a chiudere solo le falle più evidenti. L'assenza di risorse incide anche sugli interventi antisismici.

Nella risposta all'interrogazione della Lega si legge ancora: «Al momento è in corso un'attività di analisi di vulnerabilità di tipo semplificato su 15 edifici scolastici e sta per essere indetta una gara (finanziata in parte dal Miur ndr) per le verifiche su altre 29 strutture». Ma si tratta di una goccia nel mare.
Tanto che la missiva si chiude laconicamente così: «È evidente che per risolvere tutte le situazioni a cui si devono aggiungere le ordinarie attività di manutenzione sugli immobili scolastici, sarebbero necessarie risorse finanziarie di gran lunga superiori a quelle disponibili, come peraltro evidenziato in diverse occasioni da questo Dipartimento agli organi amministrativi e politici dell'Ente». Che, giusto per ricordarlo, è guidato come il Campidoglio dal Movimento 5 Stelle essendo Virginia Raggi sindaca anche della Città Metropolitana.

LE PRIORITÀ
Entrando nel dettaglio delle priorità, l'ente di palazzo Valentini ha tirato giù un elenco di interventi complessivi classificandoli in base alle priorità (1, 2 e 3) per l'anno in corso e per il 2019 che chiaramente dovranno essere finanziati e che solo in parte hanno visto l'apertura dei cantieri. I più urgenti sono quelli del livello 1. Si va dal Centro ai quartieri più periferici. In via Cavour, ad esempio, due passi dal Colosseo e da via dei Fori imperiali nell'Istituto tecnico Leonardo Da Vinci si devono completare i lavori per il consolidamento di alcuni piani dell'edificio per un importo totale di 4 milioni di euro. Il liceo Artistico Caravillani di piazza Risorgimento chiuso dopo il terremoto del 2016 ha bisogno di 2 milioni di euro. Gli studenti sono ancora nell'istituto Federico Cafè a Monteverde e chissà se potranno mai far ritorno nel loro edificio. La consigliera del Movimento 5 Stelle con delega alla scuola in Città Metropolitana, Maria Teresa Zotta, fa sapere: «Non ci sono fondi disponibili e si sta lavorando su varie ipotesi per poterli reperire». C'è poi l'Istituto tecnico Galilei che con un milione 800 mila euro dovrebbe ultimare l'adeguamento normativo e ottenere la certificazione prevenzione antincendi.

I LICEI
Al Virgilio dopo il crollo del tetto dello scorso anno serve un ulteriore milione di euro per mettere in sicurezza le facciate. All'Albertelli i lavori strutturali, relativi al tetto, al consolidamento del primo piano, al rifacimento delle finestre da circa 800 mila euro vanno avanti da anni: da più di sei per l'esattezza. «I lavori sono in fase di ultimazione ed è stato possibile attivarli anche grazie a diversi contributi ministeriali spiega la preside, Antonietta Corea Per il prossimo anno invece dovranno essere rifatti gli ambienti del piano terra». Insomma, un lavoro laborioso compromesso anche dalle lungaggini burocratici.

SUL LITORALE
Spostandoci sul litorale, invece, nel X Municipio c'è il liceo Scientifico Enriques che resta circondato dalle reti a causa del rischio crollo di intonaci dalle facciate. Tanto si è fatto ma molto altro resta da fare a partire dal rifacimento dei solai per un finanziamento complessivo di 750 mila euro. Ad Acilia, sul tetto dell'Istituto tecnico Giulio Verne in via Saponara sono cresciute persino le piante, mentre i cornicioni risultano crepati in più parti. In questa scuola bisognerebbe anche sostituire gli infissi e rifare i servizi igienici. Lo Scientifico Righi, spiega la preside Monica Galloni, «occupa il retro del liceo Tasso e per questo non ha mai avuto una palestra». Mentre nella succursale, in via Boncompagni, dal 2009 si dovrebbero rifare gli infissi per circa 200 mila euro ma dei lavori non c'è traccia alcuna. Al classico Plauto di via Renzini (zona Spinaceto) sta procedendo a rilento il cantiere da 650 mila euro per l'eliminazione delle infiltrazioni.

Gli operai stanno aspettando una particolare guaina che deve arrivare dal nord Italia. «Abbiamo chiesto alla Raggi in qualità di sindaco della Città Metropolitana l'apertura di un tavolo con il governo», spiegano Francesco Zicchieri coordinatore regionale della Lega e Fabrizio Santori membro del direttivo regionale del Lazio. Dal Campidoglio fanno sapere: «Anche le richieste sull'edilizia scolastica rientrano nell'agenda di lavoro con Palazzo Chigi».

LE RICHIESTE
Molti dirigenti scolastici da tempo ma senza ottenere risultati chiedono da parte loro all'ex provincia di poter gestire in parte l'annoso capitolo dell'edilizia scolastica attivando delle campagne di raccolta fondi o delle sponsorizzazioni con privati per garantire degli interventi necessari. Ma ad oggi la Città Metropolitana, in qualità di gestore delle strutture, non hai mai concesso questa possibilità pur non riuscendo da sola a far fronte alle emergenze. E la lista dei lavori da fare si allunga.
 
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