Scioperi, il nuovo regolamento del Garante: «Stop alle truffe agli utenti»

Scioperi, il nuovo regolamento del Garante: «Stop alle truffe agli utenti»
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Giovedì 20 Ottobre 2016, 08:19
«Ma lo sa quante volte mi è capitato di arrabbiarmi? I mezzi pubblici li prendo anche io... E a volte ho dovuto aspettare alla fermata più del previsto, perché magari uno sciopero di quattro ore in realtà finiva dopo cinque o sei». Il messaggio che lancia il nuovo garante nazionale per gli scioperi è chiaro: «Questo non deve più succedere». Ecco perché, a tre mesi da quando ha preso le redini dell'Authority, Giuseppe Santoro-Passarelli, giurista e professore della Sapienza, ha sfornato subito una proposta per regolamentare le proteste in Atac. Il provvedimento è già stato spedito ai sindacati e, se le parti non troveranno subito un accordo alternativo, entrerà in vigore in tempi brevissimi.
Quando, presidente?
«Entro fine ottobre: nella proposta ufficiale che abbiamo inviato alle parti c'è scritto chiaramente: se non c'è un'intesa, la nostra regolamentazione provvisoria diventa esecutiva».
Cosa cambia per i romani abituati scioperi selvaggi e attese sulle banchine ben oltre il dovuto?
«La nostra proposta parte proprio da questo obiettivo: tutelare gli utenti. In parole semplici, la ripresa del servizio deve avvenire appena termina lo sciopero. Non due ore dopo. Tutti i ritardi rappresentano un grave pregiudizio del diritto alla mobilità dei cittadini».
Facile a dirsi, ma come si riesce a far rispettare questa disposizione?
«Semplice: rispetto al termine dello sciopero o all'inizio della fascia di garanzia, autisti e macchinisti dovranno riprendere il turno di guida con un largo anticipo. I conducenti della metro A e della Roma-Lido dovranno rientrare a lavoro da 30 a 90 minuti prima della fine dello sciopero, i macchinisti della linea B fino a 120 minuti prima, per gli autisti di bus e filobus è previsto un anticipo di 30 minuti, che sale a 50 per chi guida i tram. Poi tutta una serie di figure saranno obbligate a lavorare anche durante la mobilitazione».
Niente sciopero? Per chi?
«C'è stata una trattativa lunga, su questo punto, abbiamo anche eliminato alcuni profili rispetto a proposte che sono circolate in passato. Ma alcune figure indispensabili, nevralgiche, dovranno rimanere sul posto di lavoro per evitare di compromettere il servizio. Si ricorda quando a luglio la metro A ha chiuso perché due impiegati delle centrali del traffico (Dct) hanno scioperato? È proprio questo che vogliamo scongiurare».
Chi non potrà assentarsi dal lavoro, quindi?
«Sarà obbligato a lavorare il personale in servizio presso la Direzione centrale manutenzione, i dipendenti della Dct, i capi tecnici centrali, i capi movimento, il personale della Sede Centrale Operativa. E ancora gli addetti alle attività di sicurezza, di guardiania, della vigilanza, chi si occupa dell'apertura e chiusura delle stazioni, degli annunci, e anche gli operatori dei sistemi di controllo del traffico. Altro punto importante: d'ora in poi anche i sindacati dovranno prendersi le loro responsabilità».
In che senso?
«Abbiamo potenziato moltissimo gli obblighi di informazione agli utenti da parte dell'azienda. E tra queste informazioni obbligatorie alcune riguardano proprio i sindacati. Gli utenti devono sapere bene chi ha proclamato la protesta e soprattutto le percentuali di adesione registrate nel corso delle ultime astensioni proclamate dalle stesse organizzazioni. In sostanza, vogliamo che venga messo in evidenza quale è la responsabilità delle sigle che proclamano lo sciopero. Su questo punto deve esserci trasparenza assoluta».
Spesso a indire le agitazioni sono sigle con pochissimi tesserati.
«È un problema che conosco. E la posizione della Commissione è molto chiara su questo aspetto. Un'organizzazione con 10 iscritti oggi può rischiare di paralizzare il servizio. Il punto è che, in base allo stato del diritto vigente, tutti i sindacati possono indire uno sciopero, ma bisogna tenere conto anche della rappresentatività effettiva delle sigle. Servirebbe una soglia minima, magari intorno al 5% dei tesserati. Ma questo è un tema che può essere affrontato soltanto dal Parlamento o dalle parti attraverso un accordo, non dall'Autorità. C'è stata un'intesa sulla contrattazione, nel 2014, che ha fissato una soglia di rappresentatività. Sarebbe auspicabile che anche per gli scioperi si adottassero gli stessi criteri».
Lorenzo De Cicco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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