Alla regione - nel 1963 - l’orientalista e storico delle religioni Giuseppe Tucci dedicò il libro, "Le vie dello Swat", frutto di oltre 25 anni di campagne archeologiche «in un territorio - spiegano gli organizzatori - che continua ad avere una impronta sapienziale, estrema propaggine della civiltà iranica e della lingua pashtu, parlata tutt’ora tra le montagne attraversate dal discepolo di Aristotele Alessandro il Macedone, ancora oggi crocevia di popoli, religioni e culture».
Le missioni archeologiche «possono diventare veri e propri presidi culturali, dispensatori di conoscenze utili alla politica più di un avamposto militare». A parlarne, già nel 1964, fu proprio il Messaggero in un articolo riportato qui sotto
Per decenni la diplomazia della cultura si è proiettata nel mondo anche grazie al lavoro di esploratori proprio come Giuseppe Tucci, fondatore nel 1933 dell’Ismeo, (Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente) confluito nel 1995 nell’Isiao (Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente) «un marchio culturale che ha attraversato i principali corridoi commerciali dal Mediterraneo al Tibet aprendo cantieri archeologici nel Vicino e in Estremo oriente». Un lavoro basato anche sullo studio e l’insegnamento di lingue e dialetti, scambi tra atenei, programmi di ricerca, pubblicazioni e spedizioni alpinistiche. «Un patrimonio di conoscenze prezioso in tempi di migrazioni, che non smette di misurarsi con le esplorazioni, anche in alta quota. Come il Progetto Swat patrocinato dall’Ismeo insieme all’associazione Mountain wilderness international»
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