Soldi da Scarpellini, Marra subito a giudizio

Soldi da Scarpellini, Marra subito a giudizio
di Cristiana Mangani
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Mercoledì 1 Febbraio 2017, 09:22 - Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 10:42

La richiesta non è stata ancora formalizzata, ma è solo questione di giorni, perché la procura vuole prima risentire l'immobiliarista Sergio Scarpellini. L'anziano costruttore verrà interrogato nuovamente lunedì prossimo, e subito dopo i pm titolari dell'inchiesta su corruzione, favori e affari, chiederanno di procedere nei suoi confronti e in quelli di Raffaele Marra, con il giudizio immediato. Un processo rapido che evita così il passaggio davanti al giudice per l'udienza preliminare.

 

Nel frattempo, Scarpellini è ai domiciliari, mentre l'ex braccio destro del sindaco Virginia Raggi è ancora in carcere. I due indagati hanno scelto di tenere un atteggiamento diverso, dal punta difensivo. Scarpellini, assistito dagli avvocati Massimo Krogh e Remo Pannain, ha voluto raccontare ai pm come funzionava il sistema. Una sorta di collaborazione che gli è valsa il ritorno a casa, e ha portato la procura a iscrivere almeno altre dieci persone sul registro degli indagati. Marra, invece, che è riuscito a far finire nei guai anche il primo cittadino pentastellato, continua a non voler parlare con i magistrati. Durante l'interrogatorio di garanzia che si è svolto alla presenza del suo avvocato Francesco Scacchi, si è avvalso della facoltà di non rispondere. E ha mantenuto sempre lo stesso atteggiamento anche nei mesi successivi. Ora il pm Barbara Zuin ritiene di aver raccolto elementi sufficienti per chiudere la vicenda e procedere con la richiesta di giudizio immediato.

LA VICENDA
Era metà dicembre quando i carabinieri di via In Selci hanno arrestato l'imprenditore Scarpellini e il capo del personale del Campidoglio Marra. Un pezzo da novanta, per via dei suoi tanti incarichi e per la vicinanza con il sindaco Raggi. Sono entrambi accusati di corruzione, per l'acquisto di una casa Enasarco (la cassa previdenziale degli agenti e dei rappresentanti di commercio), comprata nel 2013 dalla famiglia Marra e intestata alla moglie del dirigente. Un appartamento che, per la procura, è stata pagata per una parte dall'immobiliarista, con assegni circolari per un valore di 367mila 850 euro. In cambio, Marra avrebbe messo la sua funzione a disposizione del costruttore, che aveva rapporti con gli enti pubblici. All'epoca della compravendita il capo del personale era direttore dell'ufficio delle Politiche abitative del Comune e capo del Dipartimento del patrimonio e della casa: un incarico ricoperto da giugno 2013, mentre fino a maggio dello stesso anno è stato direttore del Demanio in Regione.

IL SEQUESTRO
L'abitazione, oltre 150 metri quadri in via Dei Prati Fiscali 258, è la stessa dove Marra viveva e dove è stato arrestato, mentre la moglie con il resto della famiglia si è trasferita a Malta nel 2015. Secondo l'accusa inoltre per l'acquisto della casa, l'indagato avrebbe beneficiato delle agevolazioni riservate agli inquilini (fino al 40% di sconto) pur non essendo di fatto ancora residente nello stabile di proprietà Enasarco. E nei giorni scorsi, su decreto del gip Maria Paola Tomaselli, i militari dell'Arma hanno messo i sigilli all'attico incriminato.