Roma, bruciò vivo la fidanzata, Paduano confessa: «Ho ucciso Sara perché ero geloso» `

Roma, bruciò vivo la fidanzata, Paduano confessa: «Ho ucciso Sara perché ero geloso» `
di Adelaide Pierucci
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Mercoledì 14 Dicembre 2016, 08:12 - Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 16:08

«A Sara volevo bene. Non avrei mai voluto ucciderla. Ma l'ho fatto. Non ero in me». A sei mesi dall'orrore di via Magliana Vincenzo Paduano, 27 anni, il vigilantes che ha strangolato e poi dato alle fiamme l'ex fidanzata, la ventenne Sara Di Pietrantonio, ha reso una confessione piena in carcere. La notte dell'arresto aveva fatto delle ammissioni a metà, e poi aveva scelto la strada del silenzio. A un passo dalla richiesta di rinvio a giudizio con l'accusa di omicidio premeditato, l'imputato, assistito da due difensori, ha cambiato la strategia processuale. E ha deciso di chiarire la sua posizione davanti al sostituto procuratore Maria Gabriella Fazi, titolare dell'inchiesta. «Ero accecato dall'idea di averla persa per sempre - ha detto - E allora l'ho seguita, lei mi ha respinto un'altra volta. Senza rendermene conto le ho fatto male. Ero come impazzito. Poi ho preso quel flacone con l'alcol. Dopodichéi sono scappato, sono tornato a lavoro per non destare sospetti. Lei era la mia vita».

LA RICOSTRUZIONE
L'interrogatorio - reso ora che l'indagato con la chiusura delle indagini della procura è a conoscenza di tutti gli indizi raccolti - non dovrebbe aver spostato la ricostruzione del magistrato. Secondo l'accusa, la notte del 29 maggio non era stato un raptus a scatenare la furia dell'assassino, ma giorni e giorni di rimuginamento, dopo che Paduano aveva spiato Sara baciare il nuovo fidanzato, un amico del liceo. Ora il procuratore aggiunto Maria Monteleone, capo del pool antiviolenze, e il pm Fazi si preparano a spedire l'indagato a giudizio con l'accusa di omicidio premeditato e aggravato dalla crudeltà, stalking, incendio e distruzione di cadavere. Contestazioni che potrebbero portare all'ergastolo Vincenzo Paduano, una ragazzo all'apparenza a modo, che si è trasformato in un killer per futili motivi, per gelosia. Perché non sopportava l'idea della fine della storia d'amore con Sara e soprattutto per punirla di averne cominciata un'altra.

TORCIA UMANA
Ma il vigilante non si era accontentato di soffocare la ex, ma l'aveva voluta ridurre una torcia umana, appiccando il fuoco ai vestiti e ai capelli quando stava esalando gli ultimi respiri. La prima segnalazione arrivata alle forze di polizia parlava di un incendio di sterpaglie. La confessione, secondo l'accusa, non cambia il quadro probatorio. Nei giorni scorsi erano state consegnate in procura le ultime perizie, 17.000 pagine che ricostruivano in particolare i contatti web della coppia e la prova che Paduano si intrufolava sul profilo whatsApp di lei per ricostruirne gli spostamenti, che la corteggiava e minacciava su Facebook. L'ex fidanzato di Sara era subito entrato nella rosa dei sospettati. Ma la sera in cui è stato invitato in commissariato per essere ascoltato aveva specificato che nelle ore del delitto si trovava al lavoro. Inchiodato dal gps che aveva montato in macchina, aveva sostenuto di essersi allontanato in cerca di una lucciola. Ora la confessione e la speranza di uno sconto di pena.