Roma, la premonizione di Sara: «Vincenzo mi ucciderà»

Roma, la premonizione di Sara: «Vincenzo mi ucciderà»
di Adelaide Pierucci
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Lunedì 6 Giugno 2016, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 7 Giugno, 09:25

 Voleva comprare una bomboletta di gas urticante Vincenzo Paduano. E infatti, la sera dell'omicidio di Sara Di Pietrantonio, l'ex fidanzato aveva contrattato per whattsapp con un collega l'acquisto di uno spray al peperoncino, molto probabilmente con l'intenzione di usarlo per l'aggressione, vista la vendetta portata a termine poche ore dopo. Un dettaglio in più preso in esame dalla procura per provare l'aggravante della premeditazione, al momento non riconosciuta dal gip che ha firmato l'arresto della guardia giurata. Gli altri particolari dell'atroce delitto prendono sempre più forma con l'avanzare delle indagini: gli investigatori hanno accertato che Paduano esce con una tanica di alcol o benzina, lascia il telefonino al lavoro per crearsi un alibi, e cerca di sostenere che all'ora del delitto era appartato con una prostituta, pagata quaranta euro. Poi, messo alle strette, è costretto ad ammettere di essere stato lui, ma continua a farlo senza mostrare pentimento, ammettendo poco o niente. Come aver sostenuto che le fiamme dalle quali è stata avvolta la povera ragazza fossero, in realtà, partite «per sbaglio, per colpa di una sigaretta».
 
IL VERTICE
Per fare un punto sulle indagini oggi a piazzale Clodio è previsto un vertice tra investigatori e inquirenti a cui parteciperanno il sostituto procuratore Maria Gabriella Fazi, l'aggiunto Maria Monteleone, e il capo della Squadra mobile Luigi Silipo. Una giornata chiave anche per la famiglia. I tre esperti de La Sapienza incaricati dalla procura di accertare le cause della morte - il medico legale Giorgio Bolino, il radiologo Carlo Catalano, e il tossicologo Giulio Mannocchi dovrebbero firmare entro poche ore il nullaosta per la restituzione della salma ai genitori della vittima. Mentre proseguono gli interrogatori. Alcuni testimoni saranno riascoltati per una seconda volta. Come Federico Rori, il collega di lavoro di Paduano, che, a detta del killer, quella sera gli avrebbe consigliato l'acquisto dello spray urticante. Il giovane dovrebbe chiarire perché era interessato all'acquisto. Ma anche Alessandro Giorgi, il nuovo fidanzato di Sara, che ha riferito agli investigatori la preoccupazione della sua ragazza: «Ho paura che mi ammazzi», gli aveva detto.Una settimana prima, infatti, Vincenzo l'aveva sorpresa mentre baciava Alessandro e l'aveva strattonata. Non accettava la fine della loro storia. Il rancore aveva cominciato a covare. «Io ho chiesto e poi intimato a Sara di salire in macchina per parlare con me - ha raccontato Paduano ai pm durante l'interrogatorio - Non penso che finita una relazione debba finire anche il rispetto di una persona. Così ho preso Sara per un braccio e l'ho fatta salire in macchina. Le ho chiesto perché mai non dovesse rispondermi al telefono, sapendo che mi sarei preoccupato». Poi quando la sera del 28 maggio lei, dopo averlo ricevuto a casa, gli ha ribadito che voleva troncare, lui ha finto di rimanere calmo. E la notte si è vendicato.