Roma, «Falsi certificati di sicurezza»: due cliniche sotto inchiesta

Roma, «Falsi certificati di sicurezza»: due cliniche sotto inchiesta
di Michela Allegri
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Sabato 26 Marzo 2016, 08:41

Nonostante le irregolarità segnalate dalla Asl, nel 2014 avevano fatto arrivare in Regione un'attestazione di conformità, in cui si metteva nero su bianco che le cliniche Santa Famiglia e San Feliciano, rispettivamente in via dei Gracchi e in via Val Cannuta, avessero le carte in regola per ottenere accreditamento e finanziamenti. In realtà, per l'Azienda Sanitaria Locale che nello stesso anno ha effettuato un'ispezione, si trattava di una dichiarazione fasulla. La conseguenza è stata una segnalazione in Procura. Sul caso indaga il pm Giorgio Orano, che procede per falso e ha recentemente ricevuto un'informativa di polizia giudiziaria.

L'ELENCO
La Santa Famiglia e la San Feliciano rientravano nella lista di strutture ospedaliere convenzionate con la Regione e bocciate dalla Asl, per irregolarità strutturali e per la presenza di un impianto antincendio non a norma. L'elenco comprendeva almeno dieci nosocomi, dislocati in tutta Roma. Nel 2014, il centro riabilitativo Tangram presentava infatti problematiche di agibilità. Così come la casa di cura Villa Tiberia, il San Carlo di Nancy e i Fatebenefratelli situati in via Cassia e sull'Isola Tiberina. Anomalie erano state riscontrate anche nella clinica San Raffaele Rocca di Papa, nell'istituto Leonarda Vaccari e all'Idi. Tutte le strutture, tranne i due Fatebenefratelli, hanno risolto le criticità. Le ultime a mettersi in regola sono state proprio la Santa Famiglia e la San Feliciano, che avrebbero però agito oltre i termini massimi e con un presunto escamotage che le ha fatte finire sotto inchiesta: per prendere tempo, avrebbero presentato false dichiarazioni di conformità. Si legge in una nota della Regione: «Ad oggi le strutture non presentano criticità tali da non consentire l'accreditamento, ma emerge che il piano di adeguamento è stato completato oltre i termini previsti. Sono stati quindi comunicati al rappresentate legale i motivi ostativi alla conferma dell'autorizzazione all'esercizio di accreditamento istituzionale».
 

L'INTERVENTO
Il primo provvedimento è stato una sanzione: una lieve diminuzione del finanziamento erogato. Decisione contro cui le aziende hanno presentato ricorso al Tar. Non è tutto. Nello stesso documento è scritto anche che «si rappresenta che la Asl ha comunicato di aver inviato contestualmente la segnalazione ex Dpr 445/2000», cioè il testo unico sulla documentazione amministrativa. La segnalazione è arrivata in Procura e le strutture sono state accusate di «dichiarazioni mendaci».