San Camillo, l'ospedale come una trincea
il letti è un materasso a terra

San Camillo, l'ospedale come una trincea il letti è un materasso a terra
di Elena Panarella
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Mercoledì 15 Gennaio 2014, 10:03 - Ultimo aggiornamento: 10:04

Non la scena di chiss quale lontano ospedale da campo, ma ci che accade al Pronto soccorso del San Camillo-Forlanini, la principale azienda ospedaliera della Capitale.

Barelle ovunque, personale costretto a ritmi impossibili e attese estenuanti per i pazienti. Mancano i posti letto ma, al contempo, accrescono in maniera esponenziale i numeri degli accessi. E quando non ci sono più nemmeno gli strumenti base la situazione precipita: è accaduto domenica scorsa con letti e barelle esauriti, sette ambulanze ferme e medici costretti ai salti mortali per curare i pazienti. Così ci si arrangia e i malati vengono curati persino in terra sopra ai materassi. Ecco perché ieri mattina la Rsu (rappresentanza sindacale unitaria) dell’azienda ospedaliera ha detto «basta» e ha occupato la direzione generale: «Dopo il perdurare della grave emergenza del pronto soccorso, dove i pazienti per ore stazionano sulle barelle, nei corridoi o su materassi, non si può più andare avanti così». E al presidente della Regione, chiedono: «Una immediata risposta, riguardo: la concessione delle deroghe al blocco del turnover; la rivalutazione della dotazione di posti letto; la presa in carico di misure atte alla tutela della sicurezza di operatori e utenti a partire dai servizi di vigilanza». A fine serata dalla Regione la replica: «I problemi esistono e li stiamo affrontando, di certo non c’è bisogno di creare allarmismi utili solo a conquistare visibilità».

I SINDACATI

«È la beffa - spiega Stefano Barone, della segreteria aziendale Nursind San Camillo Forlanini, che da tempo solleva una serie di difficoltà - del solito lunedì che porta con sé un numero elevato di accessi (130) che si vanno a sommare alle non dimissioni nei reparti del fine settimana. Medici, infermieri, ausiliari e tecnici sono stati in piena attività con una sala d’aspetto gremita in attesa della prima valutazione, tutti i letti occupati, alcuni addirittura sui materassi». E aggiunge: «Questa situazione si ripercuote anche nei reparti con l’aggiunta di letti in corridoio che mettono a rischio gli infermieri responsabili dell’assistenza e l’utenza violando la privacy e la sicurezza per l’assenza dei presidi di degenza anche a livello di Ares 118 perché le barelle delle ambulanze sono usate dagli ospedali come letti - conclude Barone - Ma senza barella un’ambulanza non può uscire per un soccorso. E gli ospedali usano le barelle delle ambulanze perché non hanno più barelle libere». «Due anni fa si sono presentati dei progetti preliminari per la creazione di una “Boarding Area” da 18 letti più 1 (per l’isolamento) letti che avrebbero sicuramente decongestionato il pronto soccorso - spiega Raffaele Piccardi, delegato Rsu-Nursind - ma poi non si è saputo più nulla. Ora a sentire la direzione c’è stata l’autorizzazione della Regione per l’esecuzione dei lavori. Se l’ok fosse arrivato prima non saremmo arrivati a questo punto».

EMERGENZA SOCIO-SANITARIA

«L’emergenza dei pronto soccorso della Regione - denuncia Fabrizio Santori, consigliere regionale e componente della commissione Salute - è sotto gli occhi di tutti. Sono settimane che la denunciamo. Mi ero già chiesto dove fossero andati a finire i 467mila euro stanziati e mai utilizzati per l’ampliamento del pronto soccorso, avevo denunciato l’odissea della signora Rosina da giorni in barella e della formalizzazione dei ricoveri sui corridoi delle unità operative. Si tratta di una vera e propria emergenza socio-sanitaria a cui il ministro Lorenzin deve mettere mano in tempi brevissimi». Per il direttore generale del San Camillo, Aldo Morrone: «La strada intrapresa dalla Regione è giusta ma abbiamo necessità urgenti: ogni mese ai cittadini romani si aggiungono 2 milioni di persone in più tra turisti, pellegrini, immigrati e fuori sede. Il presidente Zingaretti deve uscire dal piano di rientro ottemperando a tutti gli obblighi del disavanzo all’interno del nuovo patto per la salute che si sta discutendo con il ministro Lorenzin». E aggiunge: «Abbiamo bisogno di un territorio che faccia da filtro con ambulatori aperti h24. Se queste strutture fossero messe in condizioni di lavorare potrebbero dare un grosso sostegno ai pronto soccorso».

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