L’interruzione dell’erogazione di ossigeno era stata registrata il 15 gennaio nel tunnel di collegamento tra il padiglione Lancisi e il Morgagni scatenando la caccia all’attentatore. In una prima relazione, i tecnici della manutenzione dell’impianto avevano espresso dubbi ai carabinieri. Ritenevano molto probabile che l’incidente fosse doloso. Che qualcuno avesse manomesso il tubo collegato alla valvola interrompendo il passaggio dell’ossigeno, per seminare panico. Si immaginava una vendetta. La ritorsione di qualcuno che in passato è stato estromesso da un appalto o di una persona interna all’ospedale che crede di aver subito un torto; quelle le ipotesi al vaglio. Ma non si è escludeva neppure quella dello squilibrato.
Ma chi poteva metter mano nell’intreccio di tubi e valvole per mettere fuori uso la valvola giusta? Ora tutto torna, una pedata casuale in un’area sprovvista di telecamere. E verso sera quando qualcuno voleva coricarsi. Le porte d’accesso all’impianto non erano state forzate ma al sistema di tubi si poteva arrivare dall’esterno. Alle 19.20 c’era stato il calo dell’ossigeno, gli allarmi hanno suonato, nel reparto ci sono stati momenti di panico, medici e infermieri si sono affrettati a portare le bombole d’ossigeno ai malati evitando così conseguenze drammatiche.
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