Roma, terrore all'ospedale San Camillo, incendio alla Maternità: «È doloso»

Roma, terrore all'ospedale San Camillo, incendio alla Maternità: «È doloso»
di Paola Vuolo
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Giovedì 11 Febbraio 2016, 09:07 - Ultimo aggiornamento: 09:11

Le fiamme si sono sprigionate all'improvviso da due materassi abbandonati nel sottoscala del reparto di Maternità del San Camillo. Pochi secondi e il fumo ha invaso anche i corridoi sotterranei che portano al reparto di Medicina. Un piccolo inferno si è scatenato nell'ospedale, i ricoverati (una settantina, tra loro anche mamme con i neonati in braccio) sono stati fatti evacuare mentre i vigili del fuoco spegnevano i roghi ed eseguivano i sopralluoghi per verificare che non ci fossero altre situazioni di pericolo. Le fiamme sono state spente in poco tempo e i ricoverati sono rientrati nei reparti senza problemi, ma gli investigatori ritengono che l'incendio sia doloso ed escludono comunque l'ipotesi del corto circuito. I materassi che hanno preso fuoco nello stesso momento si trovavano in due locali diversi del seminterrato, che viene usato anche come deposito, ed è difficile pensare a una casualità.

LE INDAGINI
L'incendio si è sviluppato poco dopo le 13.30, in pieno giorno, nel seminterrato dell'ospedale dove trovano rifugio i barboni e dove in passato qualcuno ha provocato piccoli focolai subito spenti. Ma questa volta per gli agenti del commissariato Monteverde i clochard non avrebbero nulla a che fare con l'incendio perché nel seminterrato ci arrivano col buio. Chi ha appiccato il fuoco? È stata la stupida bravata di un balordo oppure c'è dell'altro? La polizia indaga anche sul movente della ritorsione, forse una vendetta legata a contrasti interni all'ospedale. Ma è tutto da verificare e per ora resta solo una pista investigativa.
 
L'episodio di ieri, anche se per fortuna non ha avuto conseguenze drammatiche, riaccende però la discussione sul problema sicurezza al San Camillo e in particolare al reparto Maternità, nell'edificio che al terzo piano ospita la terapia intensiva neonatale e dove non esistono la scala antincendio e porte rei (le porte tagliafuoco).
«La situazione è sotto controllo e non si sono verificate interruzioni delle attività ospedaliere - dice Antonio D'Urso, direttore generale dell'ospedale - e questa per me, ora, è la cosa più importante. Per il resto ci sono delle indagini e vedremo cosa è accaduto davvero e individuare eventuali responsabilità». Circa un mese fa, dopo la scoperta dei furti che avvenivano nella mensa, il direttore generale del San Camillo aveva ottenuto la presenza di più vigilanti nell'ospedale. Qualche giorno dopo si è ritrovato con le gomme dell'auto squarciate.

LE REAZIONI
«Nei sopralluoghi effettuati al reparto Maternità dell'ospedale San Camillo avevamo constatato e denunciato la carenza di misure di sicurezza - dichiara Fabrizio Santori, consigliere regionale - la mancanza delle uscite di sicurezza, delle porte mangiafuoco e delle scale antincendio. Dal 2013 abbiamo chiesto e sollecitato un intervento per evitare che quella parte del nosocomio romano potesse rivelarsi una trappola. È necessario un monitoraggio per verificare l'adeguatezza della struttura alle normative di sicurezza». Per la Fp Cgil Roma e Lazio l'incendio «ci obbliga a ricordare che da troppo tempo denunciamo lo stato di insicurezza in cui versa l'ospedale». «Il problema sicurezza non è più trascurabile - dice Stefano Barone, segretario aziendale Nursind (il sindacato degli infermieri)oltre all'assenza di scale antincendio e porte rei, nei reparti di medicina ci sono i letti nel corridoio che impediscono la fuga in caso di pericolo. L'incendio di oggi non ha avuto per fortuna conseguenze drammatiche, ma se il fuoco divampava nel reparto nessuno poteva scappare e portare in salvo i neonati ricoverati in terapia intensiva».

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