Russell Crowe in Vaticano, il Papa non riceve "Noè"

Russell Crowe in Vaticano, il Papa non riceve "Noè"
di Franca Giansoldati
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Giovedì 20 Marzo 2014, 10:36 - Ultimo aggiornamento: 18:04

Niente benedizione per il Gladiatore. Ray-Ban scuri, blazer blu, camicia aperta e barba sale e pepe, ultimamente di gran moda tra gli attori di Hollywood, ma fronte decisamente corrucciata.

Russell Crowe ieri mattina ha sperato fino all’ultimo di poter stringere la mano a Papa Francesco e parlargli direttamente della sua ultima pellicola, Noah, un kolossal diretto da Aronofsky, costato 125 milioni di dollari e già al centro di feroci polemiche interconfessionali visto che nel film vi sarebbero delle differenze non indifferenti tra l'interpretazione biblica e coranica di Noè, del diluvio e dell'Arca costruita dal profeta per mettere in salvo coppie di ogni specie e garantirne così la sopravvivenza. Anche una sola parola di Papa Francesco sul film, un gesto o una photo opportunity si sarebbero trasformati immediatamente in una pubblicità fenomenale propizia al lancio. E chissà, magari stemperando pure certe reazioni abnormi che stanno infiammando il mondo islamico, visto che Noah al momento è stato vietato in Qatar e in Barhein per via di una fatwa emessa dalle autorità musulmane.

Così per neutralizzare ogni rischio e mettere al riparo l'immagine del Papa da pericoli commerciali e non, in Vaticano hanno offerto a Crowe la possibilità di prendere ugualmente posto sul sagrato tra i vip, ma senza ammetterlo al baciamano finale che conclude ogni udienza generale.

La Prefettura della Casa Pontificia generalmente offre ad una trentina di persone di varia nazionalità la possibilità di scambiare due parole con il pontefice.

Ieri, per esempio, al baciamano del Papa, tra le diverse personalità in fila, c’era il direttore della agenzia russa Itar Tass arrivato da Mosca, accompagnato dal corrispondente Aleksej Bukalov.

Da qualche tempo in qua in Vaticano si procede con grande cautela proprio per evitare ogni tipo di strumentalizzazione, anche se si tratta di pellicole di pregio e meritevoli. Il Papa, osservano nel Palazzo, riceve volentieri copia in dvd dei film, come è accaduto recentemente per Still Life ma senza diffondere all’esterno nessun giudizio di merito. L'unica eccezione è stata fatta un po' di tempo fa con la signora irlandese che ha ispirato il film Philomena, che narra delle vicende poco edificanti realmente accadute all’interno di un orfanotrofio gestito da suore a Dublino durante gli anni Quaranta. Russell Crowe ha così preso posto tra i fedeli che avevano accesso al sagrato di San Pietro, un'area privilegiata e super controllata dalla gendarmeria e dalla Prefettura della Casa Pontificia. Si tratta di un centinaio di posti in tutto, ovviamente gettonatissimi dai pellegrini di tutto il mondo e solitamente destinati ai vip, ai capi di Stato, agli ambasciatori o alle comitive di riguardo. Rispetto al resto della piazza quella postazione consente di stare vicino a Papa Francesco, vederlo mentre guida le meditazioni dell’udienza generale, mentre prega, parla, gesticola. L'attore è apparso piuttosto appesantito rispetto al fisico asciutto e muscoloso che sfoggiava nel Gladiatore; accompagnato da alcune persone del cast ha cercato di fare di tutto per passare inosservato ma è stato ugualmente placcato dai fan che si sono scatenati con i telefonini.

LE FOTO

Un gruppo di sacerdoti e di suore hanno voluto una foto di gruppo che successivamente è stata postata anche sul profilo Twitter dell’attore. «E' davvero un grande privilegio attendere l'inizio dell’udienza con Papa Francesco». Fino a ieri mattina l'arrivo dell’attore in Piazza San Pietro è stato al centro di un piccolo giallo. Il via libera dal Vaticano è arrivato solo poche ore prima dell’udienza generale, probabilmente dietro forti pressioni. «L'incontro con il Papa non è mai stato in programma, ne è mai stata data la disponibilità. E non si può dire che sia stato cancellato; semplicemente non è stato combinato» aveva informato padre Lombardi due sere fa. Poi il semaforo verde della Prefettura con una raccomandazione: niente baciamano.

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