Ztl, la truffa degli hotel: regalati agli amici i permessi per i turisti

Controllo dei vigili ubani ai varchi
di Alessia Marani
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Domenica 23 Settembre 2018, 10:15 - Ultimo aggiornamento: 11:38

L'auto del turista ospite dell'albergo di lusso in Centro che varca la Ztl di Roma sessanta volte in un mese? Succedeva anche questo nella mega-truffa scoperchiata dagli agenti del pool di polizia stradale del I Gruppo ex Trevi della Municipale e che ha già portato al ritiro di 150 autorizzazioni speciali (ogni giorno) concesse agli hotel e riservate all'accesso di clienti con pernotto, in realtà però elargite a parenti, amici e dipendenti delle strutture.
Il dato più inquietante è che dei circa duecento alberghi del Centro ben la metà, un centinaio, risultano coinvolti nelle indagini avviate dai caschi bianchi a partire dal maggio del 2017, tra questi in primis alberghi pluristellati che in proporzione agli introiti e alla disponibilità di camere hanno diritto al numero più alto di pass.

LO SCENARIO
Le indagini sono ancora in corso e mirano soprattutto a inquadrare le responsabilità civili (il danno erariale nei confronti del Comune) e penali (il reato di truffa) nei confronti di decine di potenziali indagati, tra titolari delle strutture ricettive, dipendenti che hanno materialmente inserito le targhe nel sistema online dell'Agenzia per la mobilità e coloro che hanno di fatto usufruito del permesso. E sui quali stanno per fioccare migliaia di sanzioni, quelle precedentemente annullate in automatico dal sistema di validazione della Ztl che le riconosceva come inserite nella cosiddetta lista bianca pur non avendone diritto.

L'ORIGINE
L'inchiesta parte più di un anno fa, quando un automobilista fa ricorso - incautamente - contro un verbale di contravvenzione per accesso non autorizzato nella Ztl. Protesta: «Ho il contrassegno per invalidi, non è possibile». Gli agenti della Polizia locale passano al setaccio la pratica. Non si limitano a verificare l'esistenza effettiva di quel contrassegno associato a un furgoncino. Si rendono conto che quel mezzo viene utilizzato da un fornaio per le consegne del pane e che quando varca gli occhi elettronici, accanto o al posto di guida non ci sono invalidi.
Non solo. La stessa targa risulta associata a quelle fornite dagli alberghi per agevolare l'ingresso e l'uscita dei clienti. A quel punto parte un riscontro incrociato con i dati registrati dall'agenzia Roma servizi per la mobilità. E salta fuori un esercito di stravaganti turisti che gira per le strade di Roma e varca sessanta, cento volte la Ztl: turisti che guidano furgoni di ditte delle pulizie, veicoli per la consegna delle merci, mezzi di cantiere, auto intestate a romani che abitano in periferia o in provincia, alcuni lavorano in Centro, altri vi entrano una tantum. Scoprono che a inserire telematicamente queste targhe sono una settantina di alberghi, negli ultimi tre mesi il sistema si allarga a quasi un centinaio.

IL SISTEMA
I furbetti della Ztl, stavolta, utilizzano il pacchetto di autorizzazioni concesse (per cui pagano 2mila euro l'anno ciascuna) non per andare in aiuto ai loro clienti che arrivano a Roma con l'auto privata, ma per elargire favori ad amici o ditte di operai o fornitori (per cui è previsto un altro tipo di autorizzazione e con un altro costo, quindi aggiuntivo).
Chi inseriva, di volta in volta, la targa che poi sarebbe finita nella lista bianca delle contravvenzioni da annullare, confidava che nessuno sarebbe mai andato a controllare, contrassegno per contrassegno, il reale intestatario e fruitore. La Municipale invece lo ha fatto. Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Perché già quindici anni fa, un sistema simile per aggirare il Regolamento (che ora è in revisione su input delle indagini) era stato adottato da alcuni hotel che inviavano via fax la lista di targhe da esentare.
 

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