Roma, «siamo del Vaticano»: banda di truffatori vendeva alberghi e opere d'arte per finte onlus

Roma, «siamo del Vaticano»: banda di truffatori vendeva alberghi e opere d'arte per finte onlus
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Giovedì 21 Giugno 2018, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 09:45

Smantellato dai carabinieri un gruppo di truffatori che si fingeva vicino al  Vaticano e a fondi Lussemburghesi e che operava in tutta Europa. Scoperte 23 truffe consumate e oltre 45 tentate che avrebbero fruttato, secondo gli investigatori, milioni di euro. I carabinieri della stazione Roma San Lorenzo in Lucina hanno eseguito in varie città italiane un decreto che dispone perquisizioni nei confronti di 26 indagati per i reati di associazione delinquere finalizzata alla commissione di truffe, nazionali e internazionali, furto, falsi in atto pubblico e privato, riciclaggio internazionale.
 

 

l decreto è stato emesso dalla Procura di Roma, sotto l'egida della Dda. Le indagini, a carico di 53 persone e durate oltre un anno, hanno individuato due gruppi con base a Roma e composti da cittadini italiani, del Camerun, della Nigeria e Afghanistan, specializzati in truffe e compravendita di opere d'arte. Sequestrato durante le perquisizioni un assegno da 5 milioni di euro emesso da una banca francese. L'indagine dei carabinieri ha accertato che in alcuni casi i truffatori si qualificavano come appartenenti al Vaticano e offrivano alle vittime di acquistare, per milioni di euro, opere d'arte a patto di effettuare una donazione in contanti a una onlus risultata poi fittizia. In altri, qualificandosi come funzionari di banche italiane, si offrivano di far rientrare capitali dall'estero senza pagare le tasse.

E ancora il gruppo si è presentato come vicino a fondi lussemburghesi o del Vaticano offrendo finanziamenti a società in fallimento. In un caso hanno finto di avere un ufficio nella chiesa Santa Maria degli Angeli di piazza della Repubblica, al centro di Roma, fuggendo da un'uscita secondaria e lasciando le vittime ad attenderli davanti. Ed infine accreditandosi come intermediari del Vaticano, proponevano alle vittime l'acquisto di alberghi da destinare ad usi ecclesiastici. Sequestrati durante le perquisizioni documentazione e certificazioni contraffatte, tra cui false deleghe per la vendita di lingotti d'oro del Vaticano, carta intestata allo Ior; timbri di diversi istituti di credito, ma anche un abito talare per il travestimento da prete, coltelli a serramanico, scimitarre e spade. In un'abitazione perquisita a Roma, i carabinieri hanno sequestrato anche un quadro attribuito falsamente a un noto pittore del Seicento Napoletano, Bernardo Cavallino.

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