Roma, travolto e ucciso sul Gra. La moglie: ammazzato come un cane, il pirata resti in carcere

La vittima Angelo Josue e l'auto del pirata
di Laura Bogliolo
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Sabato 30 Gennaio 2016, 09:10 - Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 13:09

«Mio marito è stato ammazzato come un cane, è stato lasciato lì, abbandonato, quell'uomo non ha avuto pietà e non si è fermato a prestare soccorso». Piange, si dispera, stringe tra le mani l'ultimo messaggio che suo marito Angelo le ha scritto venerdì all'alba su un foglio lasciato sul tavolo della cucina: “Mi fai chiamare da Fabio alle 7.45?”. Fabio il figlio di 12 anni che voleva sentire ogni mattina, Fabio che ora non ha più un papà. Anna Brogna, 48 anni, la moglie di Angelo, ieri pomeriggio nell'appartamento al quarto piano alla borgata Finocchio era ancora sotto choc.

LO SFOGO
Disperazione, rabbia e dolore, negli occhi di Anna. «Quell'uomo doveva fermarsi, anche se per il mio Angelo non c'era più niente da fare e ora - ha detto - spero resti in carcere». Vuole giustizia Brogna, abbraccia i figli, il piccolo Fabio e Antony, 24 anni, quel ragazzo seduto su un divano che prova a farsi forza. «Che coscienza ha quell'uomo? Se ne è andato via come se non fosse accaduto nulla, anche se si investe un animale ci si ferma a prestare soccorso».

 
LA DISPERAZIONE
Anna racconta la vita quotidiana di Angelo: «La sveglia alle 4 ogni mattina, poi il tragitto sullo scooterone, l'Aprilia 500 che amava tanto, mio marito ha sempre utilizzato lo scooter per muoversi in città. Anche venerdì doveva essere a lavoro alle 6, ma non è mai arrivato». Angelo era originario di Toro un paese alle porte di Campobasso. Nel 1987 si era trasferito a Roma. «Ora vogliamo giustizia» le poche parole che gli altri parenti di Angelo sono riusciti a dire ieri pomeriggio, riuniti nell'appartamento della famiglia Josue.

GLI AMICI
Anna ancora trema mentre racconta come è venuta a conoscenza della morte del marito. Venerdì mattina poco dopo le 8 degli agenti hanno bussato alla porta della famiglia Josue. «Mi hanno detto che mio marito aveva avuto un incidente, volevo sapere come stava, hanno aspettato che tornasse a casa mio figlio più grande poi mi hanno dato la notizia, mi sono sentita morire - il racconto tragico di Anna - gli agenti sono stati molto gentili. Il corpo di mio marito ora è all'ospedale di Tor Vergata, siamo assistiti da un avvocato e nomineremo un nostro perito».

I COLLEGHI
Sconforto ieri anche presso la Fondazione Santa Lucia dove Angelo lavorava per una ditta di pulizie. «Era un gran lavoratore, sempre puntuale, per noi è veramente uno strazio, essere travolti e uccisi mentre si va a lavoro da un'auto pirata» dicevano ieri i colleghi.

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