Roma, truffa dello specchietto, scoperti dai carabinieri offrono 700 euro per corromperli: arrestati

Roma, truffa dello specchietto, scoperti dai carabinieri offrono 700 euro per corromperli: arrestati
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Venerdì 16 Febbraio 2018, 11:45 - Ultimo aggiornamento: 18:26
Hanno messo in scena l'ormai nota "truffa dello specchietto" e quando sono stati scoperti dai carabinieri hanno tentato di corromperli con 700 euro. I militari del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Eur hanno arrestato i truffatori, una coppia di una nota famiglia di nomadi stanziali di origini campane, lei di 29 anni e lui di 23, entrambi con precedenti.

LA TRUFFA - La coppia a bordo di un'utilitaria, è entrata in azione, giovedì pomeriggio, in via Circonvallazione Gianicolense, lanciando un piccolo sasso, in direzione dello sportello anteriore destro dell'auto che li precedeva. L'autista, un cittadino cinese di 55 anni, ha subito arrestato la marcia del veicolo per verificare cosa fosse successo, ed è stato subito avvicinato e aggredito dalla coppia che ha messo in sciena la farsa. Gli hanno fatto credere che era stato lui a provocare l'urto, a danneggiare la loro auto e chiedendogli un risarcimento in denaro.

L'INTERVENTO - La scena è stata notata dai Carabinieri della Compagnia Eur, a bordo di un'auto civetta, poco distante dal luogo dove è avvenuto il «finto incidente» che sono immediatamente intervenuti, mentre la vittima stava già consegnando il denaro preteso per ripagare il fantomatico danno.

L'ARRESTO - La coppia di truffatori, per evitare l'arresto, ha mostrato ai carabinieri una cospicua mazzetta di banconote, offrendogliele per «chiudere un occhio».
Per questo dovranno rispondere anche di istigazione alla corruzione. Restituito il denaro al 55enne, i carabinieri hanno sequestrato il sasso con tracce dello stesso colore della vernice dell'auto della vittima, utilizzato poco prima dai truffatori e i 700 euro in contanti usati per corrompere i carabinieri. I due arrestati sono stati accompagnati in caserma in attesa di essere sottoposti al rito direttissimo. Dovranno dunque rispondere di truffa e istigazione alla corruzione.  
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