LA RICERCA SUL WEB
«Ho digitato pensionato più ricco d'Italia e mi è uscito come primo risultato il nome di Mauro Sentinelli». Ex direttore generale di Tim, Sentinelli risulta al vertice della tabella dei paperoni dell'Inps, grazie ai 91mila euro percepiti al mese. Con un milione e duecento mila euro all'anno, di fatto, è il pensionato più ricco d'Italia. E l'idea di Pisano è semplice quanto geniale. Provare a sostituirsi a lui per ottenere un finanziamento dalla banca, circa 100mila euro. Per riuscire nell'impresa, il 68enne dapprima si è procurato una patente falsa con le generalità di Sentinelli. Poi, dopo aver incollato sopra la sua fotografia, si è presentato in un istituto bancario di via Boncompagni per chiedere un prestito sfruttando l'enorme capacità reddituale del manager. «Piacere sono Mauro Sentinelli. Vorrei la cessione del quinto».
IL PIANO
Pisano nella sua nuova veste di pensionato d'oro inizialmente risulta credibile. Ma l'impiegato di banca ha bisogno di altri documenti per avviare la pratica. La patente non basta. Per questo, Pisano è costretto a ripresentarsi il giorno successivo, ossia il 21 giugno. Ciabattoni infradito e camiciona larga modello hawaiano, a Pisano non manca lo stile: «quando hai i soldi nessuno guarda come sei vestito». Con sé, stavolta, ha una carta d'identità intestata a Sentinelli, su cui ha incollato la sua foto e il Cud relativo all'anno precedente, in cui sono annotati i presunti guadagni di Sentinelli. Entrambi i documenti sembrano verosimili, ma alcune incongruenze con la foto mostrata il giorno precedente sulla patente mettono in allarme l'impiegato, che, sospettando una possibile truffa, avverte il commissariato Castro Pretorio. Pisano però non demorde. E anche quando arrivano gli agenti continua a fornire le generalità del manager.
LA GIUSTIFICAZIONE
«Piacere sono Mauro Sentinelli. Sono nato l'otto gennaio del 1947». Ai poliziotti però basta poco per riconoscere la vera identità dell'uomo e soprattutto i suoi numerosi precedenti. E dopo l'arresto, ieri per Pisano, difeso dall'avvocato Giovanni Tripodi, è arrivata la condanna con rito abbreviato. Una pena di 10 mesi solo per il possesso e fabbricazione di documenti falsi. Ma anche tanta curiosità per la sua storia a tratti esilarante. «Perché non ha chiesto un prestito con le sue vere generalità?», gli chiede il pm d'aula. «Dottore', io prendo 700 euro al mese. Se fossi andato con la mia pensione mi avrebbero dato al massimo 10 euro». Tanto vale rischiare il tutto per tutto.