Roma, finto sceicco truffava registi e imprenditori: a processo

Roma, finto sceicco truffava registi e imprenditori: a processo
di Adelaide Pierucci
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Mercoledì 9 Luglio 2014, 09:54 - Ultimo aggiornamento: 10 Luglio, 08:18
Lo stile di uno sceicco, i trucchi da mago della truffa. Si presentava come un principe saudita Mohamed Saddredine Caid. Ma era un tunisino che, grazie all’aplomb da diplomatico e a una millantata parentela con ministri, per almeno un paio di anni è riuscito a vivere a Roma da nababbo, come in un film. Scene, purtroppo per lui, che sono state interrotte dalla scure della giustizia e ora vengono ripercorse in flashback nel processo a suo carico per una serie di truffe e falsi.



Perché Caid, stando al capo di imputazione, viveva sì come uno sceicco ma non saldava i conti. «Ci penserà il mio commercialista», diceva. Oppure «Facciamo un saldo unico», mostrandosi annoiato davanti a tali disturbi. Ed è così che poteva permettersi di soggiornare al Ritz, girare con autista e Limousine, noleggiare yacht, pasteggiare a champagne, convincere imprenditori, commercianti e persino scenografi a fare affari con lui. Bidoni in realtà. Come quello più colossale quando ha spinto un floricoltore romano a volare fino in Libia per rifare l’impianto vivaistico della villa di Gheddafi per 250mila euro. «Nella villa c’erano i gendarmi - ha ricostruito la vittima - ma chissà se era proprio quella poi distrutta da Gheddafi. Mi fidavo della sua parola, e ho portato in Libia migliaia e migliaia di bulbi e piante».



IL PRINCIPE

Le vittime, assistite dagli avvocati Stefano Maccioni e Alga Condoleo, battono cassa. La Limousine Service Group gli ha presentato un conto di 17.800 euro; l’Hotel Ritz dove ha soggiornato in suite per due anni 25.600; la boutique interna all’Hotel de Russie 1.600 euro per la fornitura di abiti e un commercialista quasi 5.000 euro per lavori di segreteria. Ieri in aula, dopo le precedenti sfilate di testimoni, da petrolieri a modelle, fino all’ex dirigente Rai Carmelo Messina, ha parlato l’attrice Samantha Capitoni.



«Mi aveva fatto visionare un accordo per lavorare nel film “Cristalli d’amore”. Nella lettera si faceva riferimento pure a Chiara Mastroianni (estranea alla vicenda ndr). Poi non ne ho saputo più nulla». Di certo ne ha saputo qualcosa il regista Fabrizio Cattani che per la realizzazione di un piano per il film (poi prodotto da altri) ci ha rimesso 10.000 euro. Secondo Caid dietro ogni episodio ci sarebbero solo equivoci. Intanto un agente che affittava yacht ha dovuto pagare persino il pieno di gasolio e di champagne per la vacanza a Ponza offerta dal «Principe» alla sua ultima fiamma, una bella e giovane avvocatessa romana.
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