Roma, a Tor Bella rivolta per arresto pusher: carabinieri minacciati, un pregiudicato chiama i «rinforzi»

Roma, a Tor Bella rivolta per arresto pusher: carabinieri minacciati, un pregiudicato chiama i «rinforzi»
di Adelaide Pierucci
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Martedì 23 Agosto 2016, 09:01

«Infami. Andatevene di qua. Mo faccio scendere trecento persone dai palazzi». Ancora un arresto con rischio di rivolta contro i carabinieri a Tor Bella Monaca. Un pregiudicato l'altra mattina ha prima cercato di far saltare la cattura di un pusher e poi, quando ha capito, che le manette sarebbero scattate pure per lui viste le minacce rivolte ai militari, ha urlato che avrebbe fatto arrivare in strada centinaia di persone. Lo scenario era quello di largo Ferruccio Mengaroni. E due appuntanti, a quel punto, si sono dovuti muovere col massimo tatto per evitare guai e disordini. Perché come ha scritto poi il magistrato nell'ordine di arresto, l'uomo «forte del fatto che si trovasse in largo Mengaroni, ovvero in un complesso popolare con altissima densità di pregiudicati» ha così reagito «allo scopo evidente di scatenare una rivolta contro le forze dell'ordine».I due militari in forza alla stazione di Tor Bella Monaca avevano fermato un pusher mentre cedeva dosi di cocaina. E proprio mentre facevano salire sulla radiomobile l'arrestato, si è avvicinato un pregiudicato che ha cominciato ad offendere, minacciare, sfidandoli anche fisicamente. Inutili i tentativi di riportare la situazione alla calma. Mentre lungo la via andava formandosi un capannello di persone, i carabinieri allora hanno deciso di schizzare via con l'auto di servizio e mettere al sicuro in caserma il primo arrestato. Poi sono tornati a Largo Mengaroni dove il pregiudicato che li aveva sfidati ha continuato con le minacce: «Andatevene via...Mo faccio scendere trecento persone». Così, senza non poche resistenze, e mentre ancora sul posto continuavano ad arrivare alla spicciolata curiosi e pregiudicati, per l'uomo sono scattate le manette con l'accusa di minaccia e resistenza a pubblico ufficiale.
 
IL PROCESSO
Ieri a piazzale Clodio la convalida degli arresti del pusher e del provocatore intervenuto probabilmente per far saltare la cattura. Per tutti e due il pm di aula, Mario Pesci, ha chiesto e ottenuto la misura cautelare in carcere. Lo spacciatore processato per direttissima è stato condannato (dovrà scontare un anno di reclusione), mentre il bullo molesto sarà processato a giorni col rito abbreviato. Il suo curriculum allora potrebbe pesare davanti ai giudici. In due mesi tra dicembre 2015 e febbraio di quest'anno è stato arrestato tre volte per spaccio di stupefacenti ed una quarta volta per evasione dagli arresti domiciliari. «Il comportamento tenuto dal fermato» riporta il magistrato nell'atto di arresto, «tra l'altro immotivato e spropositato, verosimilmente finalizzato a creare scompiglio e disordine durante le operazioni di pg condotte dagli operanti è risultato ancora più grave alla luce dei recenti episodi che sempre nel quartiere di Tor Bella Monaca, hanno visto protagonista un equipaggio della Polizia di Stato assalito da numerosi pregiudicati del posto durante le delicate fasi di un arresto in flagranza di reato per spaccio di stupefacenti».«E non, in ultimo» precisa ancora, «l'episodio occorso nell'agosto 2015 proprio in via Ferruccio Mengaroni quando durante il fermo di un pusher, un terzo soggetto, estraneo ai fatti, aveva tentato di coinvolgere tutti gli abitanti di quel complesso popolare al fine di impedirne l'arresto».