Roma, caos tavolino selvaggio, inchiesta a Ponte Milvio: altri 15 ristoranti coinvolti

Roma, caos tavolino selvaggio, inchiesta a Ponte Milvio: altri 15 ristoranti coinvolti
di Michela Allegri
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Martedì 14 Novembre 2017, 07:53
Permessi irregolari, dehors fuorilegge. Tre funzionari del municipio finiti sotto inchiesta per abuso d'ufficio per aver favorito i titolari di due ristoranti di Ponte Milvio, permettendo loro di esporre tavolini selvaggi in spregio al diniego della Soprintendenza. E, ora, irregolarità che emergono nelle occupazioni di suolo pubblico di almeno altri quindici locali disseminati tra la piazzetta più famosa di Roma Nord e via Flaminia. L'inchiesta del pm Alberto Galanti sui tavolini abusivi in una delle location più esclusive della Capitale, scattata dopo un'informativa dei carabinieri depositata lo scorso anno, si allarga. Non è tutto. Nelle prossime settimane il pm invierà gli atti alla Corte di conti, perché, dalle carte d'inchiesta, emergono anche i contorni di un danno erariale da capogiro. Le autorizzazioni di alcuni locali, infatti, sarebbero state prorogate in modo gratuito per più di 2 anni, con un danno per le casse pubbliche che supera i 100mila euro. Prima di chiudere l'inchiesta, il pm aspetta l'informativa conclusiva sulla vicenda, che conterrà anche accertamenti patrimoniali sui conti bancari dei funzionari, necessari per stabilire se in cambio dei favori abbiano percepito tangenti.

ABUSO D'UFFICIO
Per il momento, la contestazione di abuso d'ufficio riguarda solo l'ex numero uno dello Sportello unico attività produttive e due funzionari della Direzione tecnica amministrativa del XV Municipio. Per gli inquirenti, avrebbero favorito i titolari dei locali R. B. Company e Panificio Nazzareno. Lo scorso maggio, gli uffici dei pubblici ufficiali sono stati perquisiti e, nel decreto, gli inquirenti ripercorrevano le tappe delle concessioni irregolari. Tra il 2013 e il 2014 la Soprintendenza aveva dato parere negativo - non vincolante - alla richiesta di occupazione di suolo pubblico avanzata dai due locali. In entrambi in casi, però, le Osp sarebbero scattate grazie a un escamotage: i funzionari avrebbero autorizzato occupazioni temporanee, rinnovando poi i permessi «fino all'adozione del Piano di massima occupabilità da parte del Municipio». In questo modo, per la procura, avrebbero di fatto attribuito alle società un'occupazione permanente, almeno fino al 2017, visto che il piano in questione è stato istituito lo scorso 5 gennaio.

DANNO ERARIALE
Per quanto riguarda il danno erariale, gli inquirenti sottolineano che non sarebbe stato accertato nemmeno il regolare versamento del canone di occupazione, «cagionando così all'amministrazione un danno patrimoniale» rilevante. Per il primo locale, il conto risulterebbe saldato solo dal 30 giugno 2016 al 10 novembre 2014, per un totale di 8.431 euro. «Il 31 gennaio 2017 - scrive il pm nel decreto - risultava un debito verso il Municipio pari a 59mila e 568 euro». Il debito del secondo ristorante, invece, calcolato dalla fine del 2014 al gennaio 2017, ammonterebbe a circa 52mila euro. Ora gli inquirenti stanno verificando se la stessa situazione si sia verificata anche negli altri locali finiti sotto inchiesta.