Roma, i clan dietro al tavolino selvaggio: decine di locali finiscono sotto inchiesta

Roma, i clan dietro al tavolino selvaggio: decine di locali finiscono sotto inchiesta
di Elena Panarella
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Martedì 9 Settembre 2014, 08:47 - Ultimo aggiornamento: 10:18

La guerra contro i Piani di massima occupabilit iniziata da tempo, ma davvero lontana dall’armistizio. Il disaccordo dei ristoratori contro le norme comunali più restrittive in tema di occupazione di suolo pubblico e di violazione - da parte di bar e ristoranti - degli spazi assegnati e delle norme sul decoro va in scena da giorni sotto gli occhi allibiti dei turisti. Una protesta dietro la quale potrebbero esserci, secondo gli investigatori, personaggi legati alla criminalità organizzata - la camorra e la ’ndrangheta - che controllerebbero diversi locali (oltre una ventina), attraverso dei prestanome. Un’inchiesta di cui la Procura della Repubblica viene costantemente informata. «Appare singolare che in tempi di crisi, quando ogni giorno chiudono decine di attività - spiegano i vigili - siano spuntati personaggi che nel giro di un paio di anni e con redditi inesistenti abbiano in mano il controllo di decine di locali».

I VOLANTINI

Il teatro, è sempre lo stesso: via dell’Anima, via di Tor Millina, S. Agnese in Agone nel cuore del rione Parione, a due passi da piazza Navona. I commercianti, dopo il blitz (con annessa rissa) e i provvedimenti della municipale, sono in rivolta. E ieri per le strade e i vicoli sono comparsi decine di volantini con la scritta: «Basta! Manifestiamo contro l’abuso e la prepotenza dell’amministrazione comunale e dei suoi esecutori: i vigili urbani. Giovedì ci raduniamo davanti al Campidoglio: portate dipendenti, fornitori, famiglie e clienti». E in un altro «esigiamo il ritorno alla tolleranza preesistente». Proprio giovedì (giorno della manifestazione e settimo giorno dalla notifica dei vigili) quattro, cinque locali della zona dovranno chiudere l’attività per cinque giorni. Mentre sono già una cinquantina i provvedimenti di rimozione dei tavolini notificati ai commercianti.

Intanto sono ancora in corso accertamenti su cessioni d’azienda e cambi di ragione sociale avvenuti poco prima del blitz della Municipale. Un fatto anche questo che non è passato inosservato agli investigatori: «Preoccupa il fatto che ci possa essere un informatore - raccontano gli agenti - Ma i fatti parlano da soli». Alcuni gestori «riescono ad avere anche notizie in anticipo sui provvedimenti, ed evitare le sanzioni generando sospetti su possibili informatori negli uffici della polizia municipale. Tanto da far pensare a una talpa».

IL COMUNE

«C’è stato un lancio di uova contro alcuni membri della polizia locale che andavano a fare il loro dovere, io sono davvero infuriato», tuona il sindaco, Ignazio Marino. «Immaginate se nella città di New York o nella città di Londra qualcuno che sta infrangendo la legge si permettesse di tirare le uova a un ufficiale della polizia locale in divisa - aggiunge il primo cittadino - Nessun ristoratore londinese si permetterebbe di tirare un uovo a un membro della polizia locale di Londra. Non vogliamo tavolini abusivi nelle belle piazze della nostra città, vogliamo il commercio, ospitalità ma di qualità». A suo parere «non è possibile che chi sta infrangendo la legge si possa prendere la libertà di insultare o di tirare oggetti o uova alle forze dell’ordine».

LE DENUNCE

Intanto sullo sgombero avvenuto al scorsa settimana sono otto le persone denunciate per resistenza a pubblico ufficiale. «I piani di massima occupabilità - spiega Orlando Corsetti, consigliere capitolino e presidente della commissione commercio - sono uno strumento utile alla città e indispensabile anche per gli imprenditori. Ti permettono di capire quanto spazio puoi avere a disposizione. Ci sono tanti operatori onesti che li rispettano ma poi vengono danneggiati da altri che sfacciatamente se ne infischiano delle regole». Prima di questi piani molti ristoratori avevano ottenuto autorizzazioni in deroga, anche se non si poteva».

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