Tassista stuprata, trentenne fermato a Roma: «Sono stato io»

Tassista stuprata, trentenne fermato a Roma: «Sono stato io»
di Marco De Risi e Valentina Errante
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Lunedì 11 Maggio 2015, 06:52 - Ultimo aggiornamento: 07:46
Alla fine ha confessato. E' stato l'ultimo di una serie di sospettati a finire in questura nelle ultime 48 ore. Ma quando gli uomini della squadra mobile guidati da Luigi Silipo hanno visto arrivare la dettagliata segnalazione di un altro tassista hanno impiegato poco a capire che la pista era quella. L'identikit e quegli occhi piccoli e scuri, che la vittima aveva descritto con tanta precisione, sono stati fondamentali. Perché poco più di una settimana fa Simone Borgese - questo il nome del trentenne reo confesso - aveva tentato di non pagare una corsa esattamente nella stessa strada, via Pescina Gagliarda. Lasciando però il numero di cellulare al conducente infuriato. A fugare ogni dubbio, alla fine, è stato il riconoscimento fotografico da parte della tassista derubata e violentata venerdì mattina. La donna non ha avuto dubbi: è lui.

Il provvedimento di fermo di polizia scatta dopo le 17. Alle 18 il pm Eugenio Albamonte arriva in questura per l'interrogatorio. Quattro ore di domande pressanti, fino all'esito sperato.

LE INDAGINI



Poco più di una settimana fa Borgese, sempre in zona Aurelia, prende un taxi per tornare a casa. Alla fine della corsa aveva detto di non avere i soldi. Ne nasce un violento diverbio col tassista, che costringe l'uomo a lasciargli il numero di cellulare per poi poterlo rintracciare e recuperare il dovuto. Di più: per avere la riprova che non gli stesse dando un numero fasullo, il tassista fa squillare il telefono di Borgese prima di lasciarlo andare via. Poi, qualche giorno dopo, la rapina e la violenza sulla donna. Immediata la caccia all'uomo. Il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pm Albamonte sembrano subito fiduciosi di raggiungere un risultato in tempi stretti.



Prima della diffusione dell'identikit, vengono interessate tutte le compagnie telefoniche per stabilire l'utenza che abbia agganciato le celle che vanno dall'Aurelia a Ponte Galeria negli stessi minuti del cellulare della tassista. Sabato mattina la Scientifica esegue in tempi record i rilievi sull'auto: impronte digitali e tracce di Dna, che non si fa neppure in tempo ad esaminare. Intanto la polizia analizza tutti i fotogrammi delle telecamere presenti sul percorso. Ma la svolta arriva dal tassista che, visto l'identikit diffuso dalla polizia, riconosce Borgese e segnala agli investigatori quanto gli era capitato appena qualche giorno prima



LA RICOSTRUZIONE

Erano da poco trascorse le sette di venerdì mattina, quando, di ritorno da Fiumicino, la tassista del 3570, nel parcheggio taxi vicino all'hotel Ergife, fa salire quel cliente. Nota il forte accento romano, è uno come tanti. Circa trent'anni - racconterà poi agli inquirenti - alto meno di un metro e 70, magro, capelli scuri e ricci. La destinazione è lontana, fuori dal raccordo, zona Ponte Galeria, via Pescina Gagliarda, una stradina sterrata. La tassista spiega che fuori dal raccordo la tariffa è più cara. «Non importa», risponde l'uomo. E invece, in quella stradina comincia l'incubo. La donna si gira per prendere i soldi, il cliente le punta un coltello alla gola, reclina il sedile, la immobilizza. La colpisce con un pugno, la costringe a un rapporto orale. Porta via i 70 euro di incasso e scappa. La donna chiama il 3570, parte la denuncia al commissariato Aurelio e la caccia all'uomo. Per lei, invece, è il momento più difficile. Visite cliniche e una psicologa ad assisterla. Dal Grassi di Ostia al Sal Camillo.



LA SOLIDARIETA'

Dai social network ai nastri rosa sull'antenna delle auto. Così i tassisti romani hanno manifestato il proprio sostegno alla collega. Ma alcuni di loro sono andati oltre: con quell'identikit sul cruscotto hanno girato per la città, sperando di incontrare il balordo. Ieri, dopo il fermo, mentre era ancora interrogato sono state le tassiste ad arrivare in delegazione sotto la Questura: «Abbiamo paura. Non è la prima volta che accadono episodi di aggressioni e violenze alle tassiste. Certo, questo è particolarmente grave ed eclatante».