Sì allo Stadio di Tor di Valle, quali ostacoli restano?

Sì allo Stadio di Tor di Valle, quali ostacoli restano?
di Lorenzo De Cicco
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Mercoledì 6 Dicembre 2017, 09:02
Il parere degli esperti sulle principali criticità del progetto dello stadio di Tor di Valle: dai collegamenti stradali ai mezzi pubblici.

PONTE DEI CONGRESSI
L’iter del Ponte dei Congressi, essenziale perché il traffico intorno al nuovo stadio non vada in tilt, è completamente slegato dalla vicenda Tor di Valle. Il progetto è stato già bocciato dal Consiglio superiore dei lavori pubblici ed è ancora impelagato in una fase di revisione dagli esiti imprevedibili. Spiega Sandro Simoncini, docente di Urbanistica e Legislazione Ambientale alla Sapienza: «Il ponte dei Congressi, ovviamente pagato con denaro pubblico, potrebbe non essere ancora pronto per quando lo stadio verrà inaugurato e comunque non sarà in grado di reggere l’urto dei mezzi privati che circoleranno nell’area dell’impianto. In particolare su via Cristoforo Colombo e sulla nuova via Ostiense-via del Mare unificata la mobilità rischia di essere del tutto compromessa».

VIE DI FUGA
Il governo, per bocca dei ministri Lotti e Delrio, ha dichiarato che lo Stato si accollerà i costi di costruzione del Ponte di Traiano, il collegamento sul Tevere che originariamente avrebbero dovuto pagare i proponenti, anche perché come ha ricordato l’assessore all’Urbanistica di Roma, Luca Montuori, è un’infrastruttura utile solo ai privati. Invece verrà finanziato con risorse pubbliche destinate all’Anas. Va capito se i cantieri pubblici terranno il passo dei cantieri privati legati a stadio e centro commerciale. Quel ponte è fondamentale per assicurare le vie di fuga in caso di pericoli. Senza il collegamento di Traiano, i criteri generali di sicurezza vanno completamente rivisti.

INFRASTRUTTURE
Dopo il taglio parziale alle cubature record, deciso a febbraio dal M5S, le opere pubbliche a carico dei privati sono state sforbiciate pesantemente. Nel progetto del 2014 erano previste opere per 270 milioni di euro, tutte a carico dei proponenti. Nella delibera approvata a giugno dal Comune restano 125 milioni: 80 milioni per le opere di “pubblica utilità”, più altri 45 milioni come contributo per potenziare la Roma-Lido. «Rischia di essere un’opera utile solo a chi la costruisce, senza le infrastrutture inizialmente previste a carico dei proponenti finirà per essere una vera e propria beffa per i romani», sostiene l’urbanista e docente universitario, Raimondo Grassi.

L'EX IPPODROMO
La tribuna dell’ex ippodromo di Tor di Valle, immortalata nella pellicola Febbre da Cavallo, verrà abbattuta, anche se i privati in passato non hanno escluso di ricostruirne una porzione, a scopo celebrativo. Tra i tanti problemi che gravitano attorno all’operazione non c’è più quello dei vincoli. A fine novembre è stata giudicata «improcedibile» anche la proposta di una tutela per il «diritto di autore» sull’ex ippodromo, presentata su richiesta dell’erede di uno dei progettisti, Lafuente. La decisione è stata ufficializzata dalla direzione generale Arte e Architettura contemporanea del Mibact. 

CUBATURE RECORD
Anche dopo il taglio alle volumetrie dell’«Ecomostro» avallato dalla giunta Raggi, nel progetto restano quasi 600mila metri cubi in un’area che il Piano regolatore destinava invece a un parco attrezzato. «La maggior parte delle cubature andranno a uffici, negozi e alberghi. Opere private che con lo stadio e lo sport non hanno nulla a che vedere», spiega Enzo Scandurra, docente universitario ed ex direttore del dipartimento Urbanistica della Sapienza. Secondo uno studio presentato dal Pd romano, dopo le modifiche al progetto, l’operazione avrebbe valori di mercato falsati: «Nel nuovo progetto le torri sono state sostituite dalle palazzine, il cui costo di costruzione è inferiore rispetto ai grattacieli». In questo modo «anche i ricavi dei privati aumenteranno». 

TRASPORTI
Cancellato il prolungamento della metro B, il piano trasporti punta solo sul potenziamento della Roma-Lido, la peggiore ferrovia d’Italia secondo Pendolaria.
I privati sborserebbero appena 45 milioni, ma per arrivare a un treno ogni 5 minuti, secondo i francesi di Ratp che gestiscono il metrò parigino, di milioni ne servirebbero 400. Spiega ancora il professor Simoncini della Sapienza: «Il miglioramento della Roma-Lido è descritto con numeri campati in aria. I fondi per i trasporti sono insufficienti. Così sembra impossibile che le linee ferroviarie possano trasportare metà dei tifosi allo stadio (quasi 30mila persone), come aveva chiesto il Campidoglio».
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