Roma, il racket delle slot nelle mani dei Casalesi: «Vale 13 milioni l'anno» `

Roma, il racket delle slot nelle mani dei Casalesi: «Vale 13 milioni l'anno» `
di Ilario Filippone
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Venerdì 9 Dicembre 2016, 08:01 - Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre, 11:25

I boss dei Casalesi investono lontano dai riflettori del centro, individuando nelle periferie di Roma i luoghi più adatti per dislocare le loro slot. Lo documenta una mappa della Guardia di Finanza, una cartina tracciata dal Gico sulla base degli elementi raccolti nel corso dell'inchiesta Game over.
Ecco i numeri: 101 videopoker sequestrati a due uomini dell'ala armata, i fratelli Sandro e Sergio Guarnera, e distribuiti in nove località, Tor Marancio, Acilia, Dragona, Ostia Antica, Giano, Maccarese, Fregene, Magliana e Gudonia di Montecelio. Balza agli occhi degli inquirenti il numero delle società locatarie, costrette a piegarsi alle logiche criminali del clan, stringendo accordi commerciali con i padrini: in tutto, stando agli accertamenti svolti dalle Fiamme gialle, sono 22 le sigle commerciali. Ma il numero delle «macchinette» in mano al clan sarebbe decisamente superiore.

RICATTI MAFIOSI
Alcune società sarebbero complici, altre hanno preso a noleggio le slot dei camorristi, subendo in silenzio i ricatti dei mafiosi. E' il caso di un tale che di nome fa Alfredo, gestore di una sala giochi all'Infernetto: «Devi prendere le nostre slot, se non vuoi metterti in un mare di guai», chiosò l'intercettato Sandro Guarnera. La dislocazione Il blitz Game over, coordinato dalla procura distrettuale, porta le firme del procuratore Giuseppe Pignatone e del colonnello del Nucleo di polizia tributaria, Gerardo Mastrodomenico. In manette, lo scorso aprile, è finita una schiera di camorristi cresciuti all'ombra di due mammasantissima tra i più influenti e sanguinari, Michele Zagaria e Antonio Iovine, O Ninno. Indagando in gran silenzio, le Fiamme gialle hanno intercettato il tesoro nascosto dei Casalaesi. Sono stati eseguiti sequestri per un valore di 25 milioni di euro. Apposti i sigilli a case, terreni, auto di lusso, sottratte anche quote societarie. Secondo la cartina tracciata dagli uomini del Gico, i padrini dei Casalesi hanno conquistato il mercato di Acilia, dove sono riusciti a piazzare 77 videopoker in virtù degli accordi commerciali stretti con ben undici proprietari di bar e sale giochi. A Dragona, invece, sono otto le slot distribuite nei locali del posto. Sei sono dislocate tra Giano e Ostia Antica, tre a Maccarese. Ancora: un bar a Fregene ha noleggiato due videopoker, altri due sono stati localizzati nel quartiere Magliana. Due macchinette sono state distribuite a Tor Marancia, mentre quattro sono state collocate a Guidonia di Montecelio.

«UN BUSINESS FLORIDO»
«Il gioco d'azzardo, per i clan a Roma, è un business tra i più floridi», spiega una fonte investigativa. Un giro d'affari che, in base alle ultime stime approssimative, frutterebbe ai clan 13 milioni l'anno. I ricatti Scrive il giudice Guglielmo Muntoni, il magistrato che ha disposto i sequestri: «Le indagini svolte hanno riguardato numerose persone, affiliate al clan dei Casalesi, ed hanno consentito di delineare una struttura associativa, definendo le attività principali attività illecite del gruppo criminale, orientate soprattutto alle estorsioni, all'accaparramento di appalti pubblici ed alla redditizia collocazione e gestione dei videopoker, posta in essere inizialmente nelle province di Napoli e Caserta e successivamente nel territorio del Lazio».
Per chi non ubbidiva al verbo dei padrini, stando ai dialoghi intercettati, erano guai seri: i fratelli Sandro e Sergio Guarnera sguinzagliavano un pugile dai modi davvero bruschi e violenti, Kolaj Arben, campione italiano di boxe nella categoria dei mediomassimi: «E' una furia, quando picchia. Non si ferma mai», dicevano di lui. «A Roma aggiunge il magistrato Guglielmo Muntoni grazie ai fratelli Guarnera, è intervenuta una massiccia espansione mafiosa, concretizzatasi, anche con il ricorso a modalità indiscutibilmente violente, nell'imposizione delle macchinette agli esercizi commerciali abilitati».