Roma, la sicurezza diventa social: in Rete gruppi per difendersi dai crimini

Roma, la sicurezza diventa social: in Rete gruppi per difendersi dai crimini
di Laura Bogliolo
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Venerdì 3 Marzo 2017, 08:27
I coniglietti battono i piedoni, le aragoste emettono suoni metallici e brevi, i cavalli raspano a terra con gli arti anteriori. L'Homo Sapiens Digitale, invece, quando ha paura cosa fa? Clicca su pubblica per avvertire il proprio branco, quello seduto davanti a una tastiera. La sicurezza 2.0 forma i cosiddetti «quartieri social», spazi metropolitani assediati dalla microcriminalità dove i residenti condividono informazioni per tentare di creare una cintura di protezione. Le strade anonime si trasformano in una sorta di «territorio sociale»: così viene definito lo spazio dove i lupi crescono i propri cuccioli. I gruppi di quartiere su Facebook abbattono la diffidenza tra vicini, diffondono notizie sull'ultimo trend nel settore della criminalità.

All'Appio Tuscolano va di moda scardinare le porte: avvistati due giovani che agiscono in pieno giorno quando il portiere si assenta, mentre i proprietari sono in casa. A Roma Est gira un uomo con una Smart nera che chiede soldi per la benzina: «Non ho contanti, devo raggiungere mia moglie, la prego mi aiuti». Un po' più giù verso Anagnina-Morena c'è un altro uomo (con accento del Sud) che chiede un passaggio per raggiungere la moglie che ha avuto un incidente: ma poi ti rapina. Al Torrino c'è la banda degli pneumatici, a San Giovanni «attenzione alle polpette avvelenate in via Mantellini». La saggezza digitale maturata dopo anni di mode dannose (pubblicare foto dei regali del matrimonio ad esempio è un invito ai ladri di appartamenti), spinge molti residenti a segnalare subito furti o truffe subiti. Molte le grida di allarme per raccontare l'ultimo dramma vissuto condividendo la paura (forse per esorcizzarla) e avvertire i residenti del quartiere nella speranza che a loro non accada.

IL PROGETTO
Sempre di più le segnalazioni vengono fatte spontaneamente sui gruppi di quartiere che nascono su Facebook.
Da due anni, invece, si è diffuso a Roma (40 i gruppi) un metodo scientifico esportato dagli Usa (neighbors watch): il Controllo del vicinato (Cdv). Si educano i cittadini a contrastare il crimine, ma niente ronde, né appostamenti. «Far conoscere tra loro i vicini è il primo antidoto contro la criminalità - spiega Stefano Leprini, responsabile Roma Sud - gli altri due pilastri sono: avere coscienza delle proprie vulnerabilità, ricucire i rapporti con le forze dell'ordine». Ultimo quartiere arruolato Morena. Riunioni, formazione, si impara a segnalare un evento al 112 e a pensare come un ladro. Un esempio: grazie al Cdv è stato catturato un ladro di gomme che aveva razziato le auto di Cinque Colline (Laurentina). «Uno di noi ha notato che sugli annunci per la vendita degli pneumatici c'era sempre lo stesso numero di cellulare. Abbiamo avvertito i carabinieri che sono riusciti ad arrestare il ladro». Insomma, sembra proprio che i romani si stiano organizzando. Un po' come fanno i pinguini: camminano insieme, vicini vicini, forse per sentire meno freddo.

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