Sebbene la segnalazione riguardasse un micro insediamento di quattro tende, gli agenti hanno potuto appurare come, nascoste tra i canneti e la vegetazione, si trovassero altre venti baracche, per un piccolo villaggio capace di ospitare circa sessanta persone, quasi tutte di nazionalità rumena. Piccoli alloggi di fortuna dove i rom mangiavano e dormivano tra le masserizie e dove i topi la facevano da padroni tra la sporcizia e l’immondizia accumulata sul greto del fiume. I liquami e le acque sporche venivano puntualmente scaricati nel Tevere.
Quello di stamane non è stato il primo sgombero, visto che già qualche mese fa la polizia locale era intervenuta proprio in quell’area per liberarla, a causa dell’ingrossamento del fiume romano. Per liberare la zona dai quintali di rifiuti accatastati tra le piante sono dovuti intervenire anche gli uomini e le ruspe dell’Ama.