Roma, scandalo affitti. Marino: «Dai partiti alle onlus mai più sedi gratis»

Roma, scandalo affitti. Marino: «Dai partiti alle onlus mai più sedi gratis»
di Fabio Rossi
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Sabato 7 Marzo 2015, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 16:21
Sindaco Marino, come si esce dallo scandalo degli affitti delle case comunali?

«Nel momento in cui mi sono insediato mi sono immediatamente preoccupato della gestione del patrimonio immobiliare, per il quale non esisteva un database che potesse fornire un quadro della situazione. Sarebbe come se ognuno di noi non sapesse quante stanze ha a casa propria».



Sì, ma voi cosa avete fatto per migliorare la situazione?

«La delibera che portammo in giunta per modificare la situazione è dell'ottobre 2013, finalmente approvata dall'assemblea capitolina la scorsa settimana. Lì si individuano gli appartamenti non strategici del Campidoglio, dove non possiamo ospitare uffici o servizi per i cittadini. Il Comune non deve fare l'immobiliarista, così come non deve gestire decine di farmacie, ma deve vendere tutti i beni non strategici usare i fondi per garantire servizi ai cittadini, decoro e manutenzione stradale».



Avete ospitato anche la Coop 29 giugno, coinvolta in Mafia Capitale. Come lo spiega?

«Noi abbiamo aperto questo armadio. Mi ha ferito leggere che noi avremmo voluto favorire alcune cooperative sociali, come appunto la 29 giugno».



Non è così?

«Questa cooperativa ha ricevuto gli spazi di via Pomona negli anni '80, con una decisione del Municipio. E questa decisione viene reiterata dallo stesso Municipio, fino al mio insediamento, per un terzo di secolo. E adesso c'è chi dice che sono io a non essermene accorto».



Intanto la coop 29 giugno, come tante altre realtà, occupa immobili pubblici senza pagare un euro.

«In concessione gratuita non daremo più nulla, mentre adesso ci sono anche distributori di benzina che non pagano nulla su spazi comunali. Poi dobbiamo distinguere tra chi negli immobili fa profitto o ci abita, che dovrà pagare a prezzi di mercato, e chi offre servizi alla città o fa attività benefiche, che secondo le leggi attuali devono avere uno sconto dell'80 per cento».



Quindi la 29 giugno avrà anch'essa lo sconto per la sede di via Pomona?

«Il canone di via Pomona è stato calcolato, dopo 30 anni, dall'amministrazione Alemanno, che però non l'ha mai applicato. Per cui la “29 giugno” non ha mai pagato nulla, anche perché non era mai stato stipulato un regolare contratto. Io sono il primo ad aver detto alla cooperativa che doveva pagare l'affitto. Quindi nessuno sconto, anzi, è la prima volta che pagano».



Ma potrà restare al suo posto?

«Quell'immobile è tra quelli in vendita e secondo la nostra delibera, approvata quando ancora non si sapeva nulla di Mafia Capitale, nessuno può avere diritto di prelazione se non ha da 5 anni un contratto regolare, e la cooperativa non ce l'ha».



Non poteva accorgersi prima di questa situazione?

«Sono indignato quando qualcuno dice che Marino se ne accorge solo adesso. Io sono quello che, adesso, ha aperto questo armadio, mentre c'erano industrie petrolifere che da trent'anni occupano gratuitamente impianti di proprietà dei cittadini romani».



Interverrete sulle concessioni degli immobili comunali ad associazioni, partiti e onlus (tra le quali quella che lei ha fondato)?

«Stiamo preparando una delibera, da approvare la prossima settimana in giunta, che prevede sopralluoghi a tappeto su tutti gli immobili, per vedere davvero chi c'è dentro. Poi verificheremo i contratti e la regolarità dei pagamenti. Quindi, dove è necessario, sgomberi forzosi. Poi tutto dovrà essere messo a bando: gli immobili destinati alle onlus saranno dati in concessione secondo criteri oggettivi, ma non sarà mai più il sindaco a decidere».



Un lavoro molto vasto. Siete in grado di portarlo a termine in tempi brevi?

«Oggi (ieri per chi legge, ndr) abbiamo votato in giunta una modifica al contratto di servizio di Risorse per Roma, che destinerà al dipartimento patrimonio diverse dozzine di persone da dedicare a questo lavoro, che riguarda complessivamente 861 immobili, indisponibili alla vendita, dati in concessione».



Sulla recente delibera per la vendita del patrimonio, però, stanno indagando i Ros, su incarico della Procura. Teme sviluppi clamorosi?

«Non ho alcuna informazione e non debbo averla, perché ci sono indagini in corso. Ma sono entusiasta di questo lavoro: mentre noi facciamo pulizia amministrativa, gli investigatori ci aiutano a fare pulizia sul fronte della legalità».



Non è un compito che spetterebbe alla politica?

«Da quel che capisco, l'indagine punta a scoprire se ci fossero degli interessi della criminalità organizzata sul patrimonio comunale».



Venderete i palazzi dell'Eur?

«La mia preoccupazione, condivisa dai ministri Franceschini e Padoan, è che edifici storici non possono essere dati ai privati. Poi bisogna verificare la possibilità di cedere immobili che non rientrano in questa definizione».



È preoccupato dei ripetuti interventi del Tar sulle vostre delibere sulla mobilità?

«No: ci sono state delle incomprensioni sul lavoro istruttorio, molto lungo, fatto dall'assessore Improta. Trovo giusto che il tribunale amministrativo esamini le carte, ma noi siamo convinti di un modello sviluppo che riduca il traffico privato e incrementi quello pubblico».



Dopo la tregua di fine anno, il rapporto con il Pd sembra di nuovo traballante, soprattutto in vista dell'approvazione del bilancio.

«Assolutamente no. Ho avuto un lungo incontro con Matteo Orfini in vista dell'assemblea romana del partito di lunedì. Mi pare che le linee dello sviluppo della città per il futuro siano fortemente condivise da tutti».