Uccise e bruciò Sara, l'ex fidanzata: sconto di pena a Paduano: 30 anni

Roma, uccise e bruciò Sara, l'ex fidanzata: per Paduano pena ridotta a 30 anni
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Giovedì 10 Maggio 2018, 14:59 - Ultimo aggiornamento: 11 Maggio, 00:02

Condannato a 30 anni in appello per aver strangolato e poi bruciato la sua ex fidanzata. Vincenzo Paduano arrivava davanti ai giudici con una condanna all'ergastolo pronunciata in primo grado con l'accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dai futili e abbietti motivi, dagli atti persecutori, stalking, distruzione di cadavere. Perché dopo avere ucciso la sua ex, Sara Di Pietrantonio, diede fuoco all'auto dove si trovava la ragazza «per cancellare tutto». Un delitto consumato di notte, in una strada isolata della periferia di Roma.

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Nell'udienza precedente aveva chiesto scusa «a Sara e alla sua famiglia» e aveva detto di «vergognarsi profondamente per quello che ho fatto: mi sono macchiato della peggiore azione che un uomo possa fare e per questo mi definisco un mostro».

Paduano la notte del 29 maggio 2016, dopo giorni di minacce e stalking nei confronti della sua ex ragazza, in una strada isolata nei pressi di Ponte Galeria, nella zona della Magliana, strangolò Sara e prima di fuggire diede fuoco alla vettura. Per giorni, prima del femminicidio, Paduano aveva pedinato Sara e il suo nuovo fidanzato Alessandro, e aveva anche ripetutamente minacciato la giovane. Anche il giorno del delitto Paduano seguì Sara: attese la giovane, che si era incontrata col nuovo ragazzo, lungo la strada, si appostò e le tese un agguato in un tratto isolato. Quando vide l'auto dell'ex la speronò costringendola a fermarsi. I due ebbero un confronto aspro, una lite. Poi il femminicidio. Infine il tentativo di disfarsi del cadavere usando della benzina acquistata prima.


 


«Sono soddisfatta, 30 anni di reclusione per un ragazzo così giovane sono tantissimi. I giudici hanno ritenuto così e va bene», ha commentato Concetta Raccuia, la madre di Sara. «Posso sembrare cinica - ha continuato la donna - ma per arrivare a un pentimento dovrà essere aiutato tanto, perché da solo credo non riuscirà ad arrivarci veramente». E sulle lacrime di Paduano che anche oggi in aula ha pianto, la mamma di Sara ha detto: «piangerà per sè stesso».

«Posso dichiararmi parzialmente soddisfatto per la riduzione della condanna - ha detto l'avvocato di Paduano Paolo Pirani - ma non per il fatto che siano rimaste le aggravanti. Leggeremo le motivazioni e siamo comunque pronti ad andare in Cassazione». E dall'associazione Differenza donnA, costituitasi parte civile, l'auspicio «che la sentenza, nel corpo della sua motivazione - ha detto l'avvocato Teresa Manente - riconosca il contesto di controllo, di potere e di violenza in cui è maturato il femminicidio di Sara». 

 

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