Roma, rogo del camper, le tre sorelle arse vive, ma del killer ancora nessuna traccia

Roma, rogo del camper, le tre sorelle arse vive, ma del killer ancora nessuna traccia
di Alessia Marani
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Martedì 16 Maggio 2017, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 13:41

Arse vive. Con indosso ancora il pigiamino. Avvolte nel rogo del loro camper sul piazzale di fronte all'ingresso superiore del centro commerciale Primavera a Centocelle, forse nel sonno L'autopsia svolta ieri sui corpi delle tre sorelle Angelica, Francesca ed Elisabeth Halilovic, rispettivamente di 4, 8 e 20 anni, conferma il peggiore degli incubi. Il decesso, secondo quanto accertato dall'equipe guidata dal professore Antonio Oliva, non è dovuto ad asfissia ma proprio alla ferocia di quelle fiamme appiccate nella notte del 10 maggio da killer ancora a piede libero: un giovane immortalato dalle telecamere dell'ipermercato mentre lanciava la bottiglia incendiaria e un paio di complici.
FUGA E SUMMIT
La Squadra Mobile era convinta di poterli acciuffare nel giro di poche ore dopo avere ascoltato in Questura il papà delle ragazze, Romano, e avere escluso il movente dell'odio razziale. Restringendo la rosa dei sospetti nell'ambito di una faida tra famiglie o di una vendetta per screzi più o meno recenti. Ma il tempo passa e gli assassini potrebbero avere già lasciato la Capitale, magari riparati in altre città. Le ricerche sono estese in tutta Italia, e non solo. Oppure potrebbero essere ben nascosti in attesa di decidere se e come uscire allo scoperto. Se mai si trattasse di rom, la questione potrebbe essere al vaglio di un summit tra le famiglie più influenti dei campi della Capitale, riunioni di potere in cui solitamente si mettono a tacere i torti subiti stabilendo un risarcimento in denaro. Dopodiché i colpevoli potrebbero anche costituirsi. Ma questa volta, se mai fosse così, dare un valore a tre sorelle morte è praticamente impossibile.

Ieri notte i poliziotti della Mobile sono tornati nel campo della Barbuta ai confini con Ciampino alla ricerca di possibili collegamenti con il rogo di Centocelle. È qui che Romano Halilovic e la sua famiglia avevano vissuto per due anni fino a circa 4 mesi fa. Ed è qui che ieri notte è andato bruciato un altro modulo abitativo appartenente alla famiglia di Goran S., che nei giorni scorsi ha lasciato il villaggio della solidarietà alla volta di Torino (l'altro era stato distrutto venerdì notte). Gli inquirenti non tralasciano alcun elemento e sulle indagini mantengono il più stretto riserbo.

BRUCIATE COME IL NONNO
Nel corso della autopsia sulle tre sorelline è stato svolto anche l'esame del dna e una tac sui corpi. Mentre la mamma e gli altri fratelli sono riusciti a salvarsi e a uscire per tempo dal camper, quella maledetta notte, loro sono rimaste intrappolate all'interno. Morte bruciate come il nonno Alija Halilovic, trovato carbonizzato nella sua roulotte parcheggiata in un campo del Quarto Miglio il 13 gennaio del 1995. Faceva molto freddo e l'incendio fu archiviato come un incidente. Un tragico destino per gli Halilovic che arrivarono dall'allora Jugoslavia negli anni 70. Alija aveva due fratelli. Lavorarono per un po' anche alla Fiat di Torino. Poi a Roma. E cominciò la loro vita nei campi, prima al Casilino, a Gordiani, poi a Salviati e alla Barbuta dove ancora vivono altri parenti.
 

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