Roma, rivolta per i rifiuti in strada: cassonetti in fiamme

Roma, rivolta per i rifiuti in strada: cassonetti in fiamme
di Mauro Evangelisti e Mirko Polisano
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Giovedì 28 Dicembre 2017, 07:52 - Ultimo aggiornamento: 29 Dicembre, 08:40


ROMA Spazzatura, alta tensione a Roma. Molti quartieri sono ancora ricoperti di rifiuti, i sindacati minacciano lo sciopero per gennaio, la corsa dell'Ama (l'azienda municipalizzata) per pulire la città dopo il flop di Natale è stata rallentata da piogge e allagamenti. La spazzatura galleggiava. Ma il caos non è alimentato solo dall'acqua, ma anche dal fuoco. In alcuni quadranti incendiati cassonetti e cumuli di spazzatura. Si sospetta che sia l'effetto dell'esasperazione della gente, una forma di protesta senza senso, visto che sono gli stessi cittadini a respirare i fumi tossici. Ma dal X Municipio (Ostia e quartieri limitrofi dove sono stati bruciati un centinaio di cassonetti) al VI, periferia est, vi sono numerose segnalazioni. In via Palenza, zona Corcolle, nella notte hanno dato fuoco alla spazzatura non raccolta. Roberto Romanella, presidente del VI, esperto in materia (è un vigile del fuoco): «Una follia, la spazzatura diventa rifiuto speciale e dunque si complica la possibilità di smaltirli».

LITORALE
Ma la situazione più grave è a ovest, a Ostia, Acilia e Infernetto dove l'allarme cassonetti a fuoco si trascina da mesi. I numeri: nella notte di Santo Stefano quattro cassonetti bruciati, in quella di Natale due campane per la raccolta del vetro, prima ancora cinque cassonetti nel centro di Ostia. In totale, da quando è iniziata l'emergenza 100 cassonetti a fuoco. Prima delle elezioni del Municipio (quelle arrivate dopo due anni di commissariamento per infiltrazioni mafiose) si era pensato ad azioni dolose per influenzare l'esito del voto, ma i roghi proseguono. Prende forza l'ipotesi della reazione sconsiderata per la spazzatura non raccolta. Ci stanno lavorando i carabinieri della Compagnia di Ostia. «I rifiuti ci avvelenano», continuano a ripetere i cittadini di Ostia e dell'entroterra mentre i sacchetti dell'immondizia invadono le strade. «Qui ad Acilia noi non possiamo nemmeno uscire di casa - dice Luigi De Angelis, presidente del comitato di quartiere Prato Cornelio - per questo c'è chi dà anche fuoco all'immondizia». Copione identico all'Infernetto, tra le ville degli attori del cinema anni'60. «I rifiuti sono ovunque - ammette Giosuè Mirizio, presidente del comitato Infernetto Sicuro- le strade sono discariche e la gente, visto che saltano i turni del ritiro porta a porta, lancia i sacchetti ai lati della carreggiata». L'ultimo episodio di rifiuti e cassonetti dati alle fiamme: nella notte di Santo Stefano, sul lungomare e a ridosso del quartiere dei clan di Ostia Nuova. Ormai le notti sul litorale romano sono scandite dal rumore delle sirene delle volanti che sfrecciano e dall'odore della plastica bruciata che penetra le finestre dei palazzi ed entra dentro le case. «C'è una forte esasperazione - aggiunge Maurizio De Lucia, residente e portavoce del comitato di Repubbliche Marinare - abbiamo cumuli di rifiuti che l'Ama non raccoglie davanti ai nostri portoni».
Quando finirà il caos rifiuti? Oggi la giunta dell'Emilia-Romagna deciderà se aiutare Roma, accettando 350 tonnellate al giorno di indifferenziato della Capitale da bruciare nell'inceneritore di Parma che il Movimento 5 Stelle aveva fermamente combattuto. Pinuccia Montanari, l'assessore all'Ambiente di Roma Capitale, ha spiegato che Ama acquisterà nei prossimi 4 anni 1.500 nuovi mezzi, investendo 200 milioni di euro. Ma oggi il 50 per cento della flotta è in avaria. I sindacati hanno mandato una lettera alla sindaca Raggi chiedendo di aprire un confronto nelle prossime 48 ore senza il quale a metà gennaio ci sarà uno sciopero. Piove sul bagnato. E sui rifiuti.
 

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