L'APPOSTAMENTO
Uno era appostato su un motorino come se fosse un normale motociclista. Invece, oltre ad avere il casco, ha estratto un'arma semiautomatica che ha puntato alla testa del titolare. In modo simultaneo, un complice incappucciato ha affiancato il complice. Entrambi hanno costretto il titolare a rientrare nella sala dove si sono fatti consegnare l'incasso di almeno tre giorni. Poi sono scappati sullo scooter. Immediata la richiesta di aiuto della vittima alle forze dell'ordine. Sono passati pochi minuti e alcune volanti della polizia sono arrivate a sirene spiegate, hanno parcheggiato davanti al Bingo fra la folla incuriosita e allarmata. Ci sono stati momenti di concitazione anche dopo il colpo. All'inizio si era sparsa la voce che i rapinatori fossero stati intercettati dalla polizia. Ma è bastato il tempo di un controllo perché la notizia svanisse. Si cercano due italiani, dal fisico robusto e dalla statura media.
LA PAURA
«Non ho avuto il tempo di reagire - ha detto il titolare della sala giochi alla polizia ancora sotto choc -. Mi hanno colto di sorpresa mentre ero in strada. Ricordo quello con il casco che mi ha puntato la pistola alla testa. Hanno avuto sangue freddo. Parlavano con un forte accento romano». Sono gli agenti del commissariato Vescovio ad occuparsi dell'indagine. Ma è probabile che passerà alla sezione Antirapina della squadra mobile che sta seguendo altri colpi nelle sale scommesse.
C'è l'ipotesi che si possa trattare della stessa banda. Gli agenti hanno controllato le telecamere della zona. Una ha inquadrato e ripreso in modo nitido le fasi del blitz armato: si vede uscire il titolare dal Bingo e subito l'uomo sullo scooter si muove ed estrae la pistola, poi il complice si abbassa un cappuccio sul volto. «Hanno rischiato più del previsto - ha commentato un investigatore -. Per poco non li abbiamo presi».