Piove guano dagli alberi, spunta il caso della Tbc

Piove guano dagli alberi, spunta il caso della Tbc
di Laura Bogliolo
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Martedì 5 Gennaio 2016, 08:41 - Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio, 11:06
Anche ieri è “piovuto” guano. Perché gli alberi del Lungotevere sono ancora pieni degli escrementi degli storni che da fine ottobre e fino a poco tempo fa hanno tenuto sotto assedio il Centro e altre zone della capitale a causa del tardivo avvio del piano anti-storni, partito soltanto il 14 dicembre. La disfatta di sabato non si è ripetuta: nove ore di chiusura del traffico di parte del Lungotevere per consentire la rimozione degli escrementi. Quattro gli incidenti e poi la decisione di interdire il traffico. Ma anche ieri il guano che si è accumulato sui platani del Lungotevere si è sciolto con la pioggia trasformando il marciapiede in aree maleodoranti e scivolosi. La pioggia che ha spazzato via lo smog, a Roma ormai è sinonimo di guano. Chiazze nere che ieri erano ancora ben visibili sui tronchi degli alberi. Secondo l'Aduc, inoltre, «nelle feci degli storni può annidarsi il germe della tubercolosi». Mentre ieri Assotutela ha denunciato con un video «l'invasione dei topi davanti a Castel Sant'Angelo».

LA MELMA
Situazione critica su Lungotevere de' Cenci, la zona dove sia il primo gennaio, sia sabato, ci sono stati diversi incidenti: scooter e auto che sono letteralmente scivolati sul manto melmoso. Ieri per ore gli operatori del presidio fisso dell'Ama hanno tentato di pulire la melma con spruzzi di acqua calda a novanta gradi. Gocce marroni dai rami, disgusto tra romani e turisti increduli per la presenza ancora massiccia degli escrementi che cadeva giù dagli alberi. Dai tronchi, il liquame scivolava giù formando pozzanghere maleodoranti sui marciapiedi. L'intervento riguarda la pulizia dell'asfalto: si aspetta, in pratica, che il guano venga sciolto dalla pioggia. “Pulire” gli alberi sembra un'impresa irreale o meglio, non sembrano esserci procedure predisposte dal Servizio Giardini. Anche perché un accumulo di guano così imponente sembra non ci sia mai stato prima.

I RITARDI
Intanto ieri c'era del liquame anche su piazza Benedetto Cairoli, una delle altre zone più colpite dall'emergenza in questi ultimi mesi. Sporcizia proprio a ridosso della fermata del tram 8. Alfredo Cagnetti, 83 anni, provava invano a pulire via dal giaccone le gocce di guano: «Prendo spesso il tram da questa fermata e fino a poco tempo fa era impossibile sostare per l'arrivo degli storni». C'è chi parla anche di un problema di mancata potatura degli alberi, forse come conseguenza di Mafia capitale e dell'inchiesta che ha investito il Servizio Giardini. Intanto si registravano incidenti. «Un mese fa circa - racconta Fabrizio Ranocchia, 41 anni - sono scivolato con lo scooter in piazza Benedetto Cairoli, non ho riportato ferite gravi, ma ho speso 200 euro per riparare la moto che aveva subito danni». Su via Arenula, poi, c'è il rifugio delle «vittime del guano». Per giorni Veronica Santoro si è armata di sgrassante e fazzoletti: «Entravano da noi per chiedere un aiuto perché avevano i giacconi pieni di escrementi». «Quest'anno non c'è stata una migrazione particolare, gli uccelli sono sempre gli stessi, ma gli interventi partivano prima ed erano più organici», commenta Francesca Manzia responsabile Centro Recupero Fauna Selvatica Lipu Roma che fino al 2009 aveva l'incarico di allontanare gli storni. Il piano anti-storni è partito in ritardo il 14 dicembre, mentre i residenti erano vittime del guano da mesi.

LA SALUTE
«Nelle feci degli storni che ricoprono il manto stradale potrebbe annidarsi il germe della tubercolosi» ha dichiarato ieri Primo Mastrantoni, segretario Aduc. «Rischio tubercolosi escluso» invece per Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità: «Nel guano può esserci il mycobacterium avium che però in realtà è già presente nell'aria in maniera massiccia e che potrebbe colpire solo gli immunodepressi come chi è affetto da Hiv. Ma non c'è alcuna evidenza che la situazione del guano a Roma comporti rischi maggiori per qualunque malattia infettiva». Rezza aggiunge: «È chiaro che le feci non sono materiale sterile, quindi vanno applicate le norme igieniche elementari, e cioè lavare bene le mani nel caso in cui si venga a contatto con il guano». I presidi fissi dell'Ama sul Lungotevere, intanto, resteranno anche oggi. E chissà quando finirà la battaglia contro il guano. Intanto ieri Assoutela ha denunciato: «Invasione di topi davanti Castel Sant'Angelo e nei pressi di San Pietro, anche gli operatori dell'Ama hanno paura».