Piazza Navona, il bando è una beffa: la piazza torna ai Tredicine

Piazza Navona, il bando è una beffa: la piazza torna ai Tredicine
di Camilla Mozzetti
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Domenica 22 Novembre 2015, 12:32 - Ultimo aggiornamento: 19:02
Alla fine vincono loro. La lobby spodestata lo scorso anno da Piazza Navona, torna padrona del mercato della Befana. Ed è la graduatoria, pubblicata soltanto venerdì sera, a decretarlo, nero su bianco. I Tredicine e molte altre famiglie legate direttamente, per motivi d'affari nonché di parentela, agli storici ambulanti della Capitale - come i Cirulli - conquistano un numero considerevole di posteggi per il Natale: 24 su 55. Grossomodo la metà. Da quelli per il commercio fino ai dolciumi, passando per gli alberi di Natale, i presepi, i palloncini. Nulla pare essere cambiato. Tanto si doveva fare per modificare profondamente l'immagine e la natura della festa della Befana che alla fine si torna al passato.



LA RABBIA



I residenti sono infuriati, le associazioni di categoria, in primis la Fipe-Confcommercio, restano incredule, il Codacons è pronto a impugnare il bando e la graduatoria di fronte al Tar, il tribunale amministrativo. Ma cosa è successo? Andiamo con ordine e partiamo dall'inizio. A fine settembre l'amministrazione guidata da Sabrina Alfonsi presenta il nuovo bando le cui caratteristiche erano qualità dei prodotti e artigianalità. Qualcosa, però, non torna fin da subito perché tra i criteri per assegnare i punteggi si fa fede esclusivamente sull'anzianità di servizio e di licenza, sacrificando la qualità che avrebbe dovuto essere la chiave di volta per la nuova festa. Ecco allora che per evitare il caos interviene l'ex assessore al Commercio di Roma Capitale, Marta Leonori. I suoi uffici elaborano, in fretta e furia, un disciplinare - dettagliatissimo - destinato a regolare soprattutto l'assegnazione dei posteggi per i dolciumi. Si stabiliscono dei nuovi punteggi, questa volta certi e non aleatori, da attribuire sulla base delle risorse usate per la preparazione e la vendita dei prodotti che avrebbero dovuto bilanciare i 10 punti per l'anzianità di licenza e gli altrettanti 10 per la presenza storica su piazza e dare, dunque, la possibilità anche ad ambulanti che non avevamo mai partecipato alla festa della Befana di poter concorrere al bando.



I PUNTEGGI



Tuttavia, la commissione del I municipio, nominata dal direttore Marcello Menichini, incaricata di vagliare le domande e di produrre la graduatoria, si dimentica completamente del disciplinare: troppo difficile da interpretare. Così, proprio quei nuovi punteggi e criteri di verifica vengono accantonati e a vincere, gioco forza, sono gli esercenti che hanno dalla loro soltanto l'anzianità. Centotrentatre le domande complessive presentate per 48 banchi commerciali cui si aggiungono 7 postazioni per attività varie come le zampognette (2 posti messi a bando e andati deserti), i palloncini, il fotografo. Guarda caso nella graduatoria per i posteggi dei dolciumi al primo posto c'è Alfiero Tredicine. Il suo punteggio è 20: 10 punti per l'anzianità di licenza, altri 10 per la presenza su piazza. Zero per la qualità. Sono, dunque, loro, i Tredicine ma anche i Cirulli, gli Auduocchio, gli Zappalà, i Mannocchio, gli esercenti che, di fatto, hanno sempre tenuto in mano la festa di piazza Navona, a spuntarla ancora. Sono loro che si spartiscono la quasi totalità dei 28 posti per il commercio, ottenendo 4 banchi per gli alberi di Natale, 10 per i giocattoli, tutti e 12 i banchi dolciumi. Per quanto riguarda, invece, i 20 posteggi destinati alle attività artigianali le domande presentate sono soltanto 16, i banchi assegnati 14. Sei le postazioni che resteranno vuote. Da via Pretroselli, la presidente del municipio, Sabrina Alfonsi, promette di andare fino in fondo nella faccenda. «Non dobbiamo mischiare la politica con la burocrazia, noi da parte nostra abbiamo ridotto le postazioni, secondo le direttive della Sovrintendenza, elaborato un bando che rispettava tutte le norme sul commercio ambulante e quelle europee di settore, cercheremo di capire come mai la commissione non ha tenuto in considerazione il disciplinare». Intanto, però, il Condacons è pronto a bussare alla porta dei giudici del Tar. «I nomi sono sempre gli stessi, ci deve essere una verifica puntuale e precisa sulla graduatoria - conclude, Viviana di Capua, a capo dei residenti del Centro storico - perché allo stato attuale la trasparenza e la legalità per i nostri amministratori sono solo parole».