Roma, accusato di molestie da quattro colleghe, vigile del gruppo Parioli a giudizio

Roma, accusato di molestie da quattro colleghe, vigile del gruppo Parioli a giudizio
di Adelaide Pierucci
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Mercoledì 22 Novembre 2017, 07:54 - Ultimo aggiornamento: 19:51
Baci rubati e pizzicotti sulle cosce. Lo slacciamento improvviso dei reggiseni mentre le colleghe erano di spalle. E poi proposte sempre più esplicite. Il corteggiamento irrefrenabile e molesto di colleghe a lui sottoposte è costato a un funzionario dei vigili urbani la sospensione del servizio e il rinvio a giudizio per violenza sessuale e stalking. Non casi isolati e nemmeno ravvicinati nel tempo. Tanto che al processo, disposto ieri dal gip Clementina Forleo, su sollecito del pm Stefano Pizza, quattro vigilesse, che hanno lavorato con il superiore tra il 2011 e i 2016, sono pronte a costituirsi parte civile.
Le ultime avance a mettere nei guai C. L., 58 anni, fino a qualche mese fa tenente al comando Parioli, risalirebbero a giugno dello scorso anno. Una vigilessa, pur avendo lasciato chiaramente intendere di non voler accettare gli slanci del comandante, si era ritrovata a vivere situazioni non solo imbarazzanti, ma in odore di abuso. «In particolare il funzionario - riporta l'imputazione - postosi alle spalle iniziava a tirarle i gancetti del reggiseno attraverso la maglietta, quindi le accarezzava la schiena per poi ordinarle di recarsi insieme a lui sull'auto di servizio dove allungava la mano fino all'interno coscia». Secondo la ricostruzione del pm Vittorio Pilla, titolare dell'inchiesta, risalirebbero allo stesso periodo le molestie ad un'altra vigilessa che, ormai afflitta dall'ansia per le pressioni subìte, denuncerà il superiore per stalking. L'ufficiale, infatti, le proponeva a più riprese di vedersi fuori dall'orario d'ufficio, la chiamava col numero sconosciuto, e in una occasione avrebbe cercato anche di baciarla.

LE RITORSIONI
«Amore mio, tu non mi vuoi baciare, allora me ne vado... se però mi vuoi chiamare», ripeteva di continuo. Il peggio, però, sarebbe arrivato quando il tenente, viste le resistenze, avrebbe cambiato atteggiamento, sostituendo gli approcci con rigide contestazioni sul lavoro. Anche altre due colleghe, in servizio col tenente in un altro comando, in centro, hanno raccontato altre molestie. «Senti freddo? Ti scaldo un po'», è la scusa con la quale nell'aprile del 2011 l'ufficiale avrebbe fatto la mano morta con una delle vigilesse. E si sarebbe ripetuto col palpeggiamento e un bacio sul collo in ascensore con una quarta collega. L'ufficiale, difeso dall'avvocato Massimo Biffa, però ha sempre respinto le accuse: «Maldicenze. E ritorsioni sul lavoro».
 
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