Roma, arrestati tre ispettori Entrate: «Multe scontate per soldi»

Roma, arrestati tre ispettori Entrate: «Multe scontate per soldi»
2 Minuti di Lettura
Venerdì 17 Ottobre 2014, 10:10 - Ultimo aggiornamento: 18 Ottobre, 19:55
Tre ordinanze di custodia cautelare, due in carcere e una ai domiciliari, sono state eseguite oggi dalla Guardia di Finanza di Roma nei confronti di due ispettori dell'agenzia delle Entrate e di un cugino di uno di questi. Sono accusati di tentata concussione in relazione a promesse di riduzioni di sanzioni in cambio di denaro.



Tentata concussione I provvedimenti, emessi dal gip Simonetta D'Alessandro su richiesta del pm Mario Palazzi, sono stati notificati agli ispettori Giuseppe Costantini, già destinatario di un analogo provvedimento il 29 luglio scorso, e Alberto Mario Gloria. Ad entrambi, finiti a Regina Coeli, si contestano due tentativi di concussione. Gli arresti domiciliari sono stati disposti per Antonio Beltri, cugino di Costantini, ritenuto un intermediario. L'operazione è stata resa possibile anche grazie alla collaborazione della Direzione Generale del Lazio dell'Agenzia delle Entrate.



La tangente Una tangente da 50mila euro per 'sistemare' la verifica fiscale in corso ed evitare contestazioni: è questa l'accusa nei confronti dei funzionari dell'Agenzia delle Entrate. Secondo quanto ricostruito da investigatori ed inquirenti, Costantini e Gloria avrebbero chiesto il denaro ad un ristoratore romano. I due si sono presentati per un controllo fiscale e, dopo i primi accertamenti, hanno sostenuto che sulla base dei loro calcoli stavano emergendo maggiori ricavi non dichiarati per un milione. Quando il commerciante ha sottolineato che ciò era impossibile, scrive il Gip nell'ordinanza di arresto, «Gloria faceva presente che sarebbe stato possibile abbattere il rilievo, e anche escluderlo», qualora il ristoratore «avesse corrisposto loro una somma di 25mila euro, successivamente lievitata a 50mila» perché, «a detta del Gloria, doveva essere successivamente divisa in ufficio con altre persone». Costantini infatti «aveva un capo a cui fare riferimento».



Il precedente L'indagine che ha portato in carcere due ispettori è il prosieguo di quella che già a luglio scorso aveva consentito al Gip di emettere un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti dello stesso Costantini e di un altro funzionario dell'Agenzia delle Entrate.
Anche in quel caso a denunciare l'episodio fu un ristoratore al quale i funzionari pubblici avevano rivolto un'analoga richiesta di denaro per sistemare le verifiche fiscali. «Le indagini successive - scrive il Gip nel provvedimento di arresto per Costantini e Gloria - hanno confermato quanto emergeva dai primi accertamenti e cioè come, tenuto conto delle peculiari modalità dell'agire concussivo, quell'episodio rappresentasse solo la 'punta di un iceberg' di una più diffusa condotta infedele da parte di funzionari appartenenti all'Agenzia dell'Entrate».
© RIPRODUZIONE RISERVATA