Roma, manca l'interprete e il rom sordomuto torna libero

Roma, manca l'interprete e il rom sordomuto torna libero
di Marco Carta
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Domenica 5 Agosto 2018, 09:52 - Ultimo aggiornamento: 6 Agosto, 17:56
Se l'interprete va in vacanza, si rilassa anche il ladro. Messa così, sembra il titolo di una commedia estiva di dubbia qualità. Eppure è quello che è capitato ieri mattina a piazzale Clodio ad un giovane ladro sordomuto, un ragazzo rom di 19 anni, arrestato per il furto di un telefono e liberato senza alcuna misura cautelare, nonostante i numerosi precedenti penali. Il motivo? Nessuno degli interpreti della lingua dei segni contattati dal tribunale, circa dieci, si è reso disponibile per l'udienza di convalida dell'arresto.

E senza la possibilità di essere ascoltato nell'interrogatorio di garanzia, il giovane rom di origine serba, in attesa del processo, è stato lasciato libero di tornare a casa. Quale però, non si sa, visto che il 19enne, oltre ad essere senza fissa dimora, vive da tempo sul suolo italiano senza alcun documento di identificazione. Ad arrestare il giovane sordomuto venerdì pomeriggio intorno alle 18 e 45 sono stati i carabinieri della stazione di Vittorio Veneto nel corso di un servizio antitaccheggio in borghese alla fermata Barberini della metro A. Secondo la relazione dei militari, il ladro «dopo aver adocchiato una coppia di turisti posti in testa al treno - come si legge nella relazione dei carabinieri - a debita distanza scrutava le borse e quanto gli stessi portassero a seguito». In attesa del momento giusto per colpire. Quando infatti si aprono le porte della metro per la salita dei passeggeri, il 19enne sordomuto si avvicina alla vittima e, approfittando della calca, si mette alle sue spalle e gli sfila il telefono dalla tasca, uno smartphone con la cover rosa.

IL COLPO
Il modus operandi è quello tipico dei borseggiatori e i carabinieri in borghese, che hanno assistito a tutta la scena, decidono di intervenire prima che il ladro riesca a dileguarsi fra la folla che scende alla fermata Spagna. Inizialmente il giovane, che non può parlare, si sbraccia per dimostrare la sua innocenza. Poi, però, capisce di essere stato scoperto, e consegna spontaneamente il telefono che ha messo nella tasca della sua giacca, ritrovandosi accusato di furto aggravato per aver «agito su di un mezzo di trasporto pubblico - come si legge nel capo d'imputazione - attraverso l'uso della destrezza, consistente nell'aver inserito la mano all'interno della tasca della vittima con una mossa fulmine». Una volta di fronte al giudice monocratico, il giovane sordomuto, identificato attraverso il foto segnalamento, non può però sottoporsi all'interrogatorio di garanzia. I cancellieri, infatti, iniziano a contattare gli interpreti della lingua dei sordomuti accreditati dal tribunale, inanellando, però, ben dieci risposte negative. E' una torrida mattina estiva e nessuno fra i traduttori Lis contattati può partecipare all'udienza. E così il rom sordomuto, giovanissimo ma già con diversi precedenti penali per reati contro il patrimonio, viene rilasciato senza alcuna misura cautelare, nonostante la convalida dell'arresto. Libero di girare per la città come un fantasma: senza documenti per essere identificato e senza una casa dove essere trovato.
 
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