Roma, Galleria Sordi, addio al caffè: chiude il Transatlantico bis. «Pochi clienti»

Roma, Galleria Sordi, addio al caffè: chiude il Transatlantico bis. «Pochi clienti»
di Camilla Mozzetti
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Giovedì 5 Ottobre 2017, 09:05 - Ultimo aggiornamento: 11:36
Non solo caffetteria di passaggio. Per i più, i bar della Galleria Alberto Sordi rappresentano un Transatlantico bis a due passi dai veri palazzi del potere come Montecitorio dove dietro l'arte (squisitamente italiana) di gustarsi un vero caffè, si decidono strategie, apparentamenti, cambi di casacca. I politici (moltissimi), dovranno però trovarsi un altro posto dal momento che nessuno servirà loro più cappuccini o spremute a partire dal primo novembre. E lo stesso vale per i tanti scrittori, giornalisti, imprenditori nonché per gli avventori che si fermavano nelle due aree ristoro prima di esser rapita dalle luci delle vetrine dei negozi. Scordatevi il tintinnio dei cucchiaini sulle tazzine o l'aroma dell'arabico, lo stesso che in tempi non sospetti venne giudicato dall'istituto internazionale di assaggiatori di caffè tra i più buoni d'Italia. Per chi, dal prossimo primo novembre, avesse voglia, varcando l'ingresso della Galleria Alberto Sordi, di gustare un cappuccino, un aperitivo, trascorrere una breve pausa pranzo o un informale lunch di lavoro, resterà deluso: non troverà più le due navicelle bar ad accoglierlo.

LA CHIUSURA
Si interrompe il servizio. Scende il sipario, o meglio si spegne la macchina del caffè. E a quanto pare lo stop sarà definitivo. I camerieri - 40 persone - lo ripetono sconsolati: «Ci hanno detto che i bar chiuderanno a decorrere da fine mese». Il gestore, la società Gran caffè in galleria riconsegnerà ai proprietari Immobiliare piazza Colonna, interna al gruppo Sorgente group gli spazi dopo aver dismesso, lo scorso luglio, anche l'unico ristorante della Galleria. «Ormai è questione di giorni racconta una giovane cameriera siamo naturalmente preoccupati per le nostre sorti, ma ci dispiace anche per la Galleria stessa». «In fondo prosegue la giovane questo posto era anche un punto di ritrovo, chi veniva per prendersi un caffè o per incontrare qualcuno, poi magari entrava anche in un negozio, in sostanza ne approfittava per fare acquisti piccoli o grandi che fossero». E anche per questo, durante la ristrutturazione dei primi anni 2000, che vennero pensate le due postazioni bar.

I TIMORI
Ora invece cambia tutto. Anche i commercianti, già piegati da una riduzione degli incassi, sono preoccupati. Anni fa si evitò per un soffio la chiusura della libreria Feltrinelli, mentre la Rinascente ha preferito lasciare i locali occupati per anni per spostarsi in via del Tritone dove, tra qualche giorno, è prevista l'inaugurazione in grande stile. «Temo che con la chiusura del bar confidava la commessa di un negozio d'articoli da regalo anche noi ne risentiremo, è indubbio che ci sarà meno gente a passeggio». «Già accusiamo il calo della clientela le fa eco un altro commerciante non sono più gli anni d'oro di una volta quando la gente arrivava in Galleria per trascorrere la domenica, girare tra i negozi, fare acquisti, sedersi a mangiare qualcosa».

IL FUTURO
Ufficiosamente dietro alla chiusura delle due caffetterie ci sarebbe un progetto più ampio di recupero dell'intera galleria commerciale, impossibile da realizzare a condizioni correnti. L'ambizione della proprietà pare essere quella di replicare su scala romana , l'esempio virtuoso che tante altre gallerie commerciali del nord a partire dalla milanese Vittorio Emanuele II e dell'estero raccontano: grandi brand, prodotti gastronomici di qualità, chef stellati. In parole povere, i due bar (con il seguente rumore continuo che producevano) non rappresentavano più l'anima della galleria Alberto Sordi. Di certo, in attesa di capire come e in che modo si tornerà a sfruttare i due corridoi, il caffè bisognerà andarlo a prendere altrove.
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