Roma, prende l'autostrada senza pagare per anni: dovrà restituire tutto oltre a 500 euro di multa

Roma, prende l'autostrada senza pagare per anni: dovrà restituire tutto oltre a 500 euro di multa
di Marco Carta
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Giovedì 8 Febbraio 2018, 08:03 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 20:04

Andare a lavoro con la macchina senza pagare il pedaggio. Autostrada gratuita e un gruzzoletto a fine anno di tutto rispetto. Per tanti sarebbe un sogno, considerato i rincari costanti a cui sono sottoposte le strade in concessione. Per alcuni è già la realtà. Fra mancati pagamenti in serie e biglietti smagnetizzati per pagare di meno, molteplici sono i trucchi per eludere uno dei più odiosi balzelli a cui sono sottoposti i pendolari. Spesso inutili. Prima o poi, infatti, il conto arriva tutto insieme, perché fra telecamere di sorveglianza e controlli incrociati con la polizia stradale, evadere il pedaggio è diventato praticamente impossibile. Senza contare che, quasi sempre, per i recidivi scatta la denuncia penale.

GLI IRRIDUCIBILI
In tutta Italia, solo nel 2017 sono oltre 1.200 i procedimenti giudiziari avviati per i cosiddetti «irriducibili», ossia coloro che sistematicamente eludono il pagamento del casello, spesso accodandosi al veicolo che transita la sbarra, costituendo così, oltre al danno economico, anche un pericolo di sicurezza. E quasi sempre la condanna è certa.

IL TESORETTO
L'ultimo caso ieri mattina, dove un trentaseienne residente a Fiumicino, accusato di «insolvenza fraudolenta», è stato condannato ad una multa di 500 euro (il pm d'aula Gianluca Mazzei aveva chiesto una pena di 8 mesi ndr), oltre al risarcimento nei confronti della parte offesa, la società Autostrade per l'Italia. L'uomo per diversi anni avrebbe eluso il pagamento della rete Autostrade per l'Italia con uno dei trucchi più gettonati fra gli evasori: «utilizzando le piste riservate al pagamento elettronico (Viacard e Telepass) e accomodandosi - si legge nel capo d'imputazione - immediatamente alle spalle del veicolo che lo precede, transitando prima che si abbassi la sbarra chiudi pista». In questo modo, tra il 2006 e il 2011 avrebbe risparmiato oltre 3.300 euro di pedaggio per recarsi da casa al posto di lavoro: circa 2.700 euro per i transiti compresi fra il dicembre 2006 e l'ottobre 2010 e altri 644 euro nell'anno successivo. Un piccolo tesoretto, soprattutto in tempi di crisi economica, su cui fare affidamento. Che ora però, a distanza di sette anni dai fatti, il trentaseienne dovrà restituire fino all'ultimo centesimo.

 
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