Fidene, l'ira dei residenti: «Cattivi odori, intervenga il 112, si indaghi sui casi di tumore»

Fidene, l'ira dei residenti: «Cattivi odori, intervenga il 112, si indaghi sui casi di tumore»
di Mauro Evangelisti
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Mercoledì 19 Aprile 2017, 08:32
Le puzze sono tre. Hanno imparato a catalogarle: quella dei rifiuti indifferenziati, più tradizionale; quella dei «biofiltri», che chiamano «puzza chimica»; infine, quella della frazione organica stabilizzata, la più fastidiosa, dolciastra, a metà tra quanto si sente in una distilleria o da un cadavere in decomposizione.

A Fidene, nella piazza principale, ma anche nelle strade laterali, sui balconi e sulle finestre, hanno appeso lenzuola bianche con scritto «chiudete il tmb», «chiudere l'impianto Ama», «ammazza che puzza»; alla Serpentara, sette chilometri dall'impianto che ogni giorno lavora 750 tonnellate di rifiuti (ma in linea d'aria - e che aria - sono meno), Maurizio Zampetti del comitato di quartiere scuote la testa: «Per noi il danno è doppio: siamo avvelenati dalla puzza e abbiamo la spazzatura sui marciapiedi, perché i cassonetti sono pieni»; sempre dalla Serpentara Stefania Pandolfi, disperata per il cattivo odore che non dava tregua, l'altro giorno ha chiamato il 112: «Sa cosa mi hanno risposto? Che neppure sapevano cosa fosse il tmb»; a Villa Spada, in alcuni palazzi hanno una poco apprezzata vista sul tmb, che è proprio dall'altro lato della Salaria, e Valter Mazzoli scrutando l'orizzonte dal tetto dove vede l'odiato impianto di trattamento, racconta: «La puzza è terribile, entra anche con le finestre chiuse. E non possiamo neppure accendere l'aria condizionata, porterebbe dentro il cattivo odore»; una signora aggiunge: «Ci sentiamo in colpa con i nostri figli, ma chi acquisterebbe le nostre case per le quali stiamo pagando i mutui? Se un compagno di classe viene a trovarli, si sente male per il cattivo odore e i genitori non lo lasciano più tornare»; anche Colle Salario è un'altra area residenziale che convive con le tre puzze del tmb di Ama. In totale, sono 40 mila i cittadini di questo quadrante di Roma, che sopportano il cattivo odore dal 2011, da quando è entrato in funzione l'impianto di Ama che tratta i rifiuti sulla Salaria, a fianco della sede che Sky sta per abbandonare per trasferirsi a Milano.

L'ASSEDIO
«Ma chiamarla puzza è riduttivo: ti entra dentro, invade le case, impregna i vestiti, ti fa sentire male. Abbiamo chiesto che venissero svolte indagini epidemiologiche, i casi di tumori ai polmoni sono tanti, vorremmo saperne di più», dice un'altra cittadina di Villa Spada, Giovanna. La rabbia dei condannati al calvario della convivenza con l'impianto che lavora un quarto dei rifiuti indifferenziati prodotti nella Capitale, è aumentata nell'ultimo mese: i due impianti simili di Malagrotta, di Colari, hanno ridotto l'attività, di conseguenza Roma è costretta a far lavorare ai limiti (750 tonnellate giornaliere) l'impianto del Salario.

«O portiamo i rifiuti lì o restano per strada, secondo voi cosa è meglio?», dicono informalmente nei corridoi dell'Ama. «Per noi - ripetono i cittadini di Villa Spada - è stato un mese terribile». La promessa dell'assessore all'Ambiente, Pinuccia Montanari, di chiudere l'impianto nel 2019 non ha rassicurato nessuno: altri due anni di questa condanna sembrano inaccettabili. E poi ormai nessuno si fida più delle promesse. Nel 2015 ci fu l'unica pausa, «un paradiso»: l'impianto fu danneggiato da un incendio; la giunta Marino promise che proprio a fine 2015 l'attività sarebbe cessata, ma di fronte ai timori di un aumento della produzione dei rifiuti con il Giubileo, l'impianto fu riparato e ripartì. In campagna elettorale tutti - M5S compreso - vennero a promettere la chiusura del tmb. Addirittura l'assessore Paola Muraro, scelta da Virginia Raggi perché si occupasse di rifiuti, chiese ai cittadini cosa avrebbero voluto al posto del tmb. Anche quelle promesse sono svanite, per M5S l'imbarazzo è palpabile quanto il cattivo odore.
 
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